di Giuseppe Tassi
C’è già chi parla di rivoluzione elettrica europea. di corsa sfrenata ai motori verdi. Ma le cifre che circolano in questi giorni, relative ai mesi di luglio-settembre 2020, vanno analizzate con cura per capire bene quali sono i veri orientamenti dei consumatori.
Partiamo dal dato più eclatante: l’acquisto di nuove auto con motori termici tradizionali è sceso in modo verticale. E la percentuale assoluta, nella torta delle vendite continentali, è passata dall’ 88,6% al 75,4%.
Il balzo che fa impressione è quello dei modelli elettrificati, perché passa dall’ 11,4% al 24,6%.
Ma bisogna scavare a fondo dentro queste cifre perché i modelli davvero virtuosi (a impatto zero o con soglie minime di CO2 emesse) si fermano a un percentuale del 9.9%. Il resto, cioè il 14,7% è rappresentato da vetture mild-hybrid o ibride integrali, cioè quei modelli che non necessitano di ricarica. Montano sistemi che riciclano automaticamente l’energia, sfruttando frenate e decelerazioni (ibrido classico) o generatori elettrici (mild-hybrid), che affiancano l’azione del motore termico a benzina e, in qualche caso, anche diesel.
Si desume che l’automobilista di questa delicata era di passaggio privilegi i modelli capaci di fondere al meglio i vantaggi ambientali e fiscali dell’ibrido con i motori tradizionali, che assicurano comunque lunghe percorrrenze.
Il successo e la diffusione su larga scala delle auto mild-hybrid testimonia la voglia di cambiamento del cliente europeo medio, ma anche la sua propensione a procedere per gradi nella rivoluzione elettrica.
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