Martedì 23 Aprile 2024

L'esplosione della supernova che causò una grande estinzione di massa

Circa 260 milioni di anni fa un evento cosmico avvenuto all'esterno del nostro sistema solare ha stravolto la vita sulla Terra

I fenomeni cosmici possono stravolgere gli ecosistemi terrestri

I fenomeni cosmici possono stravolgere gli ecosistemi terrestri

Circa 260 milioni di anni fa, alla fine del Devoniano, periodo geologico noto anche come "Età dei pesci", la Terra fu teatro di un'estinzione di massa che spazzò via circa il 60% delle specie viventi. Secondo uno studio apparso su PNAS a provocare questo evento non fu un asteroide come nel caso dei dinosauri, bensì un stella morente distante 65 anni luce dal nostro sistema solare. L'ipotesi del team guidato dall'astrofisico Brian Fields, della University of Illinois Urbana-Champaign, non è del tutto nuova e riprende l'idea, già in voga dagli anni '50, che i fenomeni cosmici siano in grado di stravolgere la biosfera terrestre. Nel loro lavoro, Fields e colleghi esplorano la possibilità che l'esplosione di una supernova abbia danneggiato lo strato di ozono del nostro pianeta, con esisti catastrofici. "Le supernove sono fonti istantanee di fotoni ionizzanti: UV estremi, raggi X e raggi gamma", scrivono i ricercatori nel loro articolo, spiegando che sul lungo periodo lo shock di un'esplosione di quel tipo può avere inondato la Terra di raggi cosmici (particelle accelerate ad alta energia) per circa 100 mila anni, deteriorando lo scudo di ozono. La progressiva perdita della biodiversità durante il tardo Devoniano sarebbe dunque figlia dell'erosione della barriera che protegge il pianeta dalle radiazioni più nocive. Al momento manca tuttavia la cosiddetta 'pistola fumante' che confermi l'intero quadro speculativo. Se da un lato la supposta alterazione dell'ozono è sostenuta dal ritrovamento di fossili con danni da radiazione ultravioletta, dall'altro servono ancora prove che dimostrino come a monte di tutto ci sia l'effettivo scoppio una supernova. La soluzione dell'enigma, dicono gli scienziati, potrà essere fornita dal ritrovamento di antichi isotopi radioattivi, come il plutonio-244 e il samario-146, la cui presenza sulla Terra sarebbe giustificabile solo mettendo in conto un precedente bombardamento cosmico. "Il messaggio generale del nostro studio è che la vita sulla Terra non fa parte di un mondo isolato", conclude Fields. "Siamo cittadini di un cosmo più ampio, e il cosmo interviene nelle nostre vite, spesso impercettibilmente, ma a volte in modo feroce".

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