Mercoledì 24 Aprile 2024

Sulle strade del re dei formaggi alpini In bici in Valle d’Aosta

Migration

di Paolo Galliani

Ci sono salite? Poco male: ci saranno altrettante discese. E comunque, meglio il mondo variabile delle montagne che la pianura piatta e sempre uguale. Diamine, siamo in Valle d’Aosta (www.lovevda.it) e non sarà la fine del mondo fare quattro passi lungo un sentiero alpino. Non lo sarà nemmeno una sana pedalata lungo una ciclabile a mezza costa, perché , ormai è cosa nota, nella sua apparente modestia meccanica, la bicicletta è la vera star in un mondo che chiede lentezza per beffare la velocità eccessiva e avere un incontro saggio con il paesaggio e chi lo abita. I pretesti? Abbondano in questa piccola regione che coltiva la sua gastronomia almeno quanto la sua cultura e il suo bilinguismo.

Da dove iniziare? Fidatevi: da Villeneuve, a poca distanza da Aosta, porta di accesso ai vigneti che si distendono dalle parti di Aymavilles, notissima per il suo castello (aperto pochi giorni fa dopo un lungo restauro) ma anche per la Cooperativa vitivinicola Cave des Onze Communes (ottimi lo Chardonnay e il Gewürztraminer) e per l’azienda Les Crêtes, delle sorelle Elena ed Eleonora Charere e di Giulio Corti, dove degustare il ’Neige d’Or’, un bianco che la Guida ’I vini di Veronelli 2022’ ha premiato con le prestigiose ’3 stelle Oro’. Meta iconica? Il grandioso ponte-acquedotto di epoca romana che sovrasta il torrente Grand-Eyvia, a Pont d’Aël.

Nemmeno il tempo di celebrare tanta bellezza e il passaparola consiglia di fare un salto in una zona ancora meno conosciuta. Perché è davvero speciale la porzione settentrionale della Valle d’Aosta che a ridosso del confine svizzero va a sbattere contro la possente sagoma del Grand Combin, in fondo alla Valpelline, terra elettiva della tradizione casearia valdostana (www.fontina-dop.it), specie sopra Ollomont, dalle parti di Glassier, tappa finale della carrozzabile e approdo naturale per chi ha voglia di superare altri 400 metri di dislivello e raggiungere la splendida Conca di By incorniciata da alpeggi dove Massimo Carlin e alcuni suoi associati realizzano il ’re dei formaggi alpini’.

Un mondo davvero a parte: la mungitura, la lavorazione del latte due volte al giorno, il rivoltamento della cagliata, la semicottura e il passaggio finale alla stagionatura. Una rivelazione. Perché se camminare aiuta a ristabilire il proprio centro di gravità rispetto alla natura, la ’petite reine’ (i francofoni definiscono così la bicicletta: ’La piccola regina’) è lo strumento più slow e gentile per muoversi ai lati della Dora Baltea.

E se c’è da fare un po’ fatica, poco male. L’assaggio di una buona Fontina tra gli alpeggi Porchère e Cheval Blanc ripagherà dello sforzo. E la degustazione di un Blanc de Morgex o di un rosso Torrette aiuterà ad ascoltare storie di enologia eroica. E a rinnovare il rito magico della convivialità.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro