Mercoledì 24 Aprile 2024

Stop al passato E ciak sull’oggi

Silvio

Danese

A questo punto, verso il traguardo dei premi, si vede bene tra i titoli della selezione ufficiale un tema principale ricorrente. Più che la memoria del passato rivisitato, ricomposto, un promemoria sul presente, proprio tra i film più riusciti: da Il collezionista di carte di Schrader, sul peso di responsabilità di Guantanamo, a L’evenement di Audrey Diwan, sull’aborto clandestino negli anni ‘60, a Spencer di Larrain, rilettura del mito di Lady Diana contro il fascino della monarchia, dall’Almodovar di Madres paralelas, dove premono le conseguenze del franchismo, a Illusioni perdute di Giannoli che ritorna al capolavoro di Balzac.

Come in fondo riesce in modo ammirevole Qui rido io di Martone che, ricostruendo il processo D’Annunzio contro Scarpetta ai primi ‘900, ci riporta al conflitto tra alta e bassa cultura nei primi decenni del dopoguerra. Molto applaudito. Con Reflection, ieri in concorso, dell’ucraino Valentyn Vasyanovich, vincitore due anni fa nella sezione Orizzonti, si affaccia la guerra, lo scontro incominciato nel 2014 e vigente ahinoi tra Russia e Ucraina per il Donbass. Vasyanovich pare implacabile con i suoi piani fissi in luce fredda e spenta: prigionia e tortura di un chirurgo catturato dai russi risuona tra le crudeltà dimenticate di un presente europeo tenuto un po’ alla larga dai mass media, mentre è nel rapporto con la figlia, una volta ottenuta la libertà con uno scambio, che il medico cerca un senso per sopportare ciò che pare inmpossibile e insensato.

Si va a presumere che Pat Garrett non uccise Billy the Kid nel western di Potsy Ponciroli Old Henry (fuori concorso), ipotesi efficace per immaginare una nuova avventura nel tema di formazione padrefiglio da gustare tra le uscite di ottobre. In sala!

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