Squalo preistorico trovato tra i resti di un T-Rex

Scoperta dei paleontologi americani, i fossili provengono dal Field Museum di Chicago. Intanto alle Hawaii i sub avvistano un altro Deep Blue

Rendering di uno squalo Galagadon (Field Museum)

Rendering di uno squalo Galagadon (Field Museum)

Chicago, 21 gennaio 2019 - Abbiamo tracce dell’esistenza degli squali già nel Paleozoico. Predatori del genere setacciavano fiumi e laghi, non solo gli oceani, prima della comparsa dei vertebrati terrestri.  Accanto a spaventosi pescecani dalla fauci enormi e denti affilati come rasoi erano diffusi anche piccoli squali, con una dentatura in miniatura. Ora abbiamo una prova ulteriore della variabilità di una specie che ha fatto la sua comparsa sul nostro pianeta prima ancora della colonizzazione delle terre emerse da parte di molte piante. Nel guscio roccioso che avvolgeva il fossile del più celebre T-Rex, chiamato Sue, sono stati trovati i denti di uno squalo preistorico d’acqua dolce. La scoperta, pubblicata sul Journal of Paleontology, si deve a un team di ricercatori coordinati dal biologo americano Terry Gates.

La nuova specie individuata, 67 milioni di anni fa infestava i corsi d’acqua di quello che è oggi il territorio del Sud Dakota. A differenza dei giganteschi megalodonti, questo era un piccolo squalo lungo meno di mezzo metro, parente dei moderni squali tappeto che si possono avvicinare ancora oggi nei litorali del Sud-Est asiatico e dell’Australia. Anche i denti, in proporzione, erano molto piccoli, meno di un millimetro di diametro. e questo indica che Galagadon nordquistae, come è stato denominato in gergo tecnico, non fosse un temibile predatore, come invece era il T-Rex.

“Questo squalo poteva addentare piccoli pesci, schiacciare lumache e gamberetti“, rileva Gates. Il ricercatore ha scoperto oltre 20 denti setacciando i sedimenti che avvolgevano il fossile di Sue, conservato presso il Field Museum of Natural History a Chicago. Secondo Pete Makovicky, curatore della sezione dinosauri del Field Museum, “probabilmente questo squalo aveva una faccia piatta e una pelle maculata, come quella dei suoi parenti attuali, e trascorreva buona parte delle sue giornate sdraiato sul fondo del letto del fiume“.

La scoperta della nuova specie è un tassello che aiuta a ricostruire come era l’ambiente durante l’epoca che ha preceduto l’estinzione dei dinosauri. Ogni specie in un ecosistema svolge un ruolo specifico, di supporto all’ambiente in cui vive: “non possiamo comprendere cosa sia cambiato nell’ecosistema durante l’estinzione di massa avvenuta alla fine del Cretaceo - conclude Gates - senza conoscere tutte le specie che esistevano prima“.

Accanto agli squali più aggressivi, esistono anche oggi cugini del carcarodonte relativamente mansueti. Di fronte alle coste di Hawaii in questi giorni un gruppo di sub ha avvistato uno squalo gigante bianco dalle dimensioni di Deep Blue. Lungo sei metri, è stato individuato mentre raggiungeva un gruppo di squali tigre che giravano intorno alla carcassa di una balena. Secondo i sub, sono rari gli avvistamenti di grandi squali bianchi alle Hawaii. Deep Blue, cui è stato dedicato un account Twitter a suo nome, fu avvistata anni fa intorno all’isola di Guadalupe e filmata per un documentario.

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