Natale e Capodanno 2022, gli spumanti italiani più originali per i brindisi

Alla scoperta di un mondo di bollicine diverse dal solito, fatte con le uve tradizionali italiane: dalla Malvasia alla Durella, dal Fiano al Vermentino

I consigli per scegliere lo spumante delle feste

I consigli per scegliere lo spumante delle feste

Per le feste non sono davvero feste se non scorrono le bollicine. Per brindare a Natale e nella notte di Capodanno, con uno Champagne, un Franciacorta, un Trentodoc o un Valdobbiadene non si sbaglia mai, ma l'occasione è propizia anche per esplorare spumanti più particolari, che nascono dalle tantissime varietà di uve tradizionali italiane.

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Bollicine del Nord Italia

Partiamo dalla Valle d'Aosta con il metodo classico XXXVI di Ermes Pavese, una piccola gemma per intenditori degli spumanti artigianali. Nasce da vecchi vitigni di Prié Blanc coltivati fra i 900 e i 1200 metri ai piedi del Monte Bianco, è fresco e minerale e abbonda di sentori polposi di frutti. Scendendo lungo la pianura incontriamo la cantina Camillo Donati, in provincia di Parma, un punto di riferimento per i vini naturali. Merita fiducia Il Mio Malvasia, un rifermentato in bottiglia di Malvasia di Candia, secco e al tempo stesso ampio e aromatico. In Veneto, Fongaro produce splendidi metodi classici a base di Durella, come ad esempio il Pas Dosé che matura in bottiglia 60 mesi sui propri lieviti indigeni: affilato, minerale, complesso e potente. In quel territorio ostico ma prodigo di vini seducenti che è il Carso, appena sopra Trieste, ha il suo quartier generale Kante: la cantina è ammirata soprattutto per i suoi bianchi strepitosi, ma fa anche un metodo classico che lascia il segno. Il KK Dosaggio Zero nasce da uve Chardonnay e Malvasia Istriana ed è vivace e freschissimo, con note saline e lievi sfumature aromatiche.

 

 

Bollicine del Centro e del Sud 

Iniziamo la discesa verso sud con una tappa nelle Marche, lungo la riviera del Conero. Qui Silvano Strologo lavora un metodo classico pas dosé a base di Montepulciano, il Dalnero. Trentasei mesi in bottiglia, affascina già dal tenue colore ambrato e poi conquista con un sorso minerale, secco, fine e persistente. Cambiamo sponda della penisola per inoltrarci nello scenario selvaggio del parco del Cilento, in Campania. La cantina Casebianche, che mette in pratica un approccio naturale e artigianale, confeziona due rifermentati con metodo ancestrale: il La Matta da uve Fiano, pulito e floreale, e il rosé Il Fric da uve Aglianico, goloso di frutti rossi.

 

Bollicine delle isole

Concludiamo il tour approdando alle isole. Il metodo classico Q di Quartomoro racconta gli aromi inconfondibili dell'uva bianca più caratteristica della Sardegna, il Vermentino, in forma di bollicine piacevolissime, morbide e minerali. In Sicilia la cantina Avide parte invece dall'uva nera Frappato per creare il Nutaru, un metodo classico bianco che fa 36 mesi di affinamento in bottiglia e regala un sorso fresco, sapido e agrumato. A oltre milleduecento metri di quota sull'Etna si trova una piccola vigna secolare, fra le più alte d'Europa, a lungo dimenticata e poi riscoperta da I Vigneri, che la lavora con il solo ausilio del mulo. Da queste antiche piante di Granache, Minnella Nera, Grecanico e altre varietà sgorga il Vinudilice, un rosé metodo classico naturale (lieviti indigeni, niente aggiunta di solforosa) unico nel suo genere, fragrante ed etereo, che sa di melograno e di vulcano.