Mercoledì 24 Aprile 2024

Spotify: anche Harry e Meghan contro la disinformazione sul Covid-19

I duchi del Sussex esprimono preoccupazione per la cattiva informazione sulla pandemia, mentre Spotify corre ai ripari

Il principe Harry e Meghan Markle

Il principe Harry e Meghan Markle

Anche il principe Harry e Megan Markle esprimono la loro preoccupazione sulla disinformazione che Spotify ha consentito fosse diffusa intorno alla pandemia di Coronavirus. In questo modo si uniscono al coro di chi, come Neil Young e Joni Mitchell, ha preso nettamente le distanze dalla piattaforma di contenuti audio in streaming. La quale, dal canto suo, sta correndo ai ripari.

Spotify e la cattiva informazione sulla pandemia di Coronavirus

Riassunto delle puntate precedenti: nel corso degli ultimi mesi Spotify ha detto di avere eliminato diversi podcast che facevano cattiva informazione sulla malattia Covid-19, o addirittura davano voce a teorie complottiste. Non è però intervenuta su 'The Joe Rogan Experience', uno dei podcast di maggiore successo al mondo, capace di arrivare a 11 milioni di ascolti per episodio e teatro di alcuni interventi discutibili intorno al Coronavirus. Tanto che a dicembre 2021, quasi trecento fra scienziati e medici (per l'esattezza 270) hanno scritto una lettera aperta a Spotify esprimendo preoccupazione per le "tesi prive di fondamento scientifico" che trovavano spazio sul podcast di Joe Rogan. Nel giro di una manciata di settimane il cantautore Neil Young ha gettato benzina sul fuoco, dicendo che Spotify poteva avere o lui oppure Rogan e dando la sua massima solidarietà "a coloro che lavorano in prima linea nel mondo della medicina e che rischiano ogni giorno la propria vita per aiutare gli altri". E siccome Rogan è rimasto intoccato, Neil Young ha deciso di togliere la sua musica dalla piattaforma di streaming. Seguito poco dopo anche da un'altra icona della musica nordamericana, cioè la cantautrice Joni Mitchell.

La posizione di Harry e Meghan

Domenica 30 gennaio un portavoce di Archewell Inc., la fondazione dei duchi del Sussex, ha diffuso la posizione ufficiale di Harry e Meghan. I quali, lo ricordiamo, hanno firmato un contratto milionario con Spotify in vista della produzione di podcast originali, al momento mettendo online solamente un episodio natalizio nel dicembre 2020. Il comunicato stampa recita che "centinaia di milioni di persone subiscono ogni giorno le conseguenze negative di un'informazione imprecisa o errata. Lo scorso aprile i nostri co-fondatori hanno iniziato a esprimere a Spotify la loro preoccupazione sulle conseguenze più che reali della disinformazione sulla Covid-19 presente sulla piattaforma". Pressioni che sono continuate al fine di ottenere un'azione, da parte di Spotify, volta ad "aiutare ad affrontare questa crisi della salute pubblica. Rimaniamo in attesa che la piattaforma arrivi a questi risultati e siamo determinati a continuare a lavorare insieme ad essa". Ricordiamo che, quando Harry e Meghan decisero di abbandonare i doveri pubblici connessi al ruolo di membri della famiglia reale britannica, hanno comunque concordato con Buckingham Palace di non impegnarsi in iniziative economiche che potessero gettare una cattiva luce sulla royal family. Va da sé che la discussione intorno alla disinformazione sul Coronavirus rientra in questo ambito.  

Le contromosse di Spotify

Per quanto Spotify non abbia preso misure ufficiali nei confronti di Joe Rogan, le preoccupazioni sulla cattiva informazione hanno prodotto un primo risultato. Nella giornata di domenica il CEO Daniel Ek ha detto: "Stiamo lavorando per aggiungere un avviso a qualsiasi episodio che includa una discussione sulla Covid-19. L'avviso consentirà ai nostri ascoltatori di raggiungere un hub dedicato, nel quale trovare informazioni facilmente comprensibili, basate su fatti accertati, aggiornati e condivisi da scienziati, fisici, accademici e dalle autorità di salute pubblica di tutto il mondo, così come link a fonti autorevoli e affidabili".

 

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