Mercoledì 24 Aprile 2024

Sorelle serpenti: non c’è vita senza odio Con Simenon nella casa degli orrori nascosti

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Sorelle serpenti. Nell’estate che come sempre si addice a gialli, gialloni e giallazzi, porta una fresca ventata di autentico raffinatissimo orrore un vecchio Simenon riedito ora in Italia da Adelphi con nuova traduzione. Maigret era nato da poco quando – nel ’38 – questo romanzo debuttò a puntate su La Revue de France (in Italia arrivò nel ’60). L’angoscia si dipana fin dalle prime pagine nell’incontro con le preghiere della ragazzina Geneviève, votata a un destino da martire che si compie implacabile eppure incomprensibile: santità o follia? La fanciulla è figlia di una delle due sorelle Lacroix: figlie di un notaio, abitano una grande casa che, capitolo dopo capitolo, diviene sempre più piccola e asfittica, come scarnificata, prosciugata dall’odio che – nell’intimità protetta dalla facciata altoborghese – la abita. Si tratta dell’odio che scorre tra le due donne, e che più avvelena e annienta i membri “aggiunti“ della famiglia (figli, mariti), più è autentica linfa vitale per le sorelle. La (malefica) magia delle Lacroix è comunque tutta stilistica: il dominio dell’odio sull’amore, l’odio come cuore di vita, è un incubo che prende forma – distillata – attraverso ciò che puntualmente non viene detto, non viene disvelato al lettore. L’ovvia differenza tra Simenon e gialli e giallazzi.

cdc

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