Giovedì 25 Aprile 2024

"Sono Madame, faccio danzare le parole"

La giovane cantautrice ha curato la Notte della Taranta: "La pizzica si fonde col rock, non c’è liberazione senza amore e comprensione"

Compirà 20 anni nel gennaio prossimo. Madame, pseudonimo di Francesca Calearo

Compirà 20 anni nel gennaio prossimo. Madame, pseudonimo di Francesca Calearo

La lunga Notte della Taranta è iniziata 24 anni fa quando Madame non era ancora neppure un lampo negli occhi di papà. Spiazza un po’ ritrovarne le grandi tradizioni in mano ad una diciannovenne a cui sta accadendo tutto molto in fretta. Troppo, dice qualcuno. Ma la ragazza sa il fatto suo e s’è buttata anima e corpo nell’impresa, incoraggiata anche dall’esperienza dell’altro maestro concertatore di questa edizione Enrico Melozzi, che i più ricorderanno sul podio dell’orchestra di Sanremo dirigere (trionfalmente) Zitti e buoni dei Måneskin.

"Avendo studiato il fenomeno del tarantismo al liceo delle scienze umane, dopo aver visto quello che ha fatto su questo palco lo scorso anno Mahmood mi si sono allineate le stelle" spiega la cantautrice vicentina, all’anagrafe Francesca Calearo, che stasera si lascia mordere dalla tarantola calandosi tra suoni, umori e sapori di musiche a cui hanno prestato in passato il proprio talento veterani come Joe Zawinul, Stewart Copeland, Mauro Pagani, Goran Bregovic, Ludovico Einaudi, Phil Manzanera, Carmen Consoli e tanti altri ancora con l’ausilio di Al Bano nei panni di narratore (con omaggio Modugno di Amara terra mia) e Il Volo. In trattativa, sembra, Patti Smith, poi naufragata. Direzione artistica dell’ Orchestra della Notte della Taranta, orfana di Daniele Durante.

Madame, cosa l’ha spinta a dire sì?

"Il mio è un obiettivo di linguaggio. Quest’anno sono stata premiata più volte per l’uso che faccio delle parole e la cosa m’ha fatto molto riflettere. Penso che inizierò da questa esperienza alla Taranta ad amare questa tradizione per trasmetterla agli altri in una chiave mia. Parlando al bimbo di 10 anni come alla signora di 85".

Una full immersion, la sua.

"Ho fatto del mio meglio per portare la mia penna in questo mondo. In scena mi vestirò come questo popolo si veste, canterò come questa cultura canta, danzerò come qui si danza. Nel segno della tradizione, quindi, sarà una notte di liberazione. Ma non c’è liberazione senza amore e comprensione. Per questo invito tutti a comprendere il lavoro che abbiamo fatto e ad amarlo così com’è".

Ce l’ha qualche riferimento?

"Tutto quello che so della musica l’ho imparato da Fabrizio De André. Lui ha sempre portato avanti e fatto confluire nella sua musica tutte le musiche, tutte le tradizioni culturali, tutti i dialetti, con cui è entrato in contatto. Anche quelli dimenticati e rimasti nella loro nicchia. Insomma, ho cercato di imparare da quello che ho sentito e ascoltato cercando di farlo mio".

Timori?

"No, Quando si è liberi e disponibili di cuore, si entra facilmente dappertutto. Con Melozzi abbiamo riadattato la tradizione ad una nuova forma di linguaggio fondendo pizzica e rock".

A lei viene spesso associato il termine “fluidità“. Pure questa è un’occasione fluida?

"Assolutamente, quando sono stata contattata dalla Notte della Taranta ho risposto dicendo; ci sto, fate di me quel che volete. Vestitemi, truccatemi, fatemi ballare, sono disposta ad adattarmi completamente a questo contesto. In giro c’è una certa ossessione sulla mia sessualità, ma quel che dice la gente è relativo; ho scelto alcuni che mi definiscano e tutto il resto non m’interessa".

Al Bano le ha proposto una collaborazione dicendo che siete due animali da palcoscenico da cui potrebbero nascere graziosi animaletti.

"Le collaborazioni nascono in modo naturale e quindi non voglio progettare alcunché, ma se dovesse nascere qualcosa... lo vedremo".

Intanto l’idolo di Cellino racconta di aver cantato al compleanno di Madonna. "Ho iniziato con Volare - racconta Al Bano - per poi virare su un classico come il concerto per pianoforte numero uno di Tchaikovsky, la mia I cigni di Balaka (che la Signora conosceva bene perché simile a Will you be there di Michael Jackson, anche se poi una sentenza ha stabilite che erano ispirate entrambe da Bless You For Being An Angel, degli Ink Spots - ndr.), poi Caruso, per cui lei ha una vera passione. Naturalmente ho cantato pure Felicità, che avevo cantata di recente al matrimonio di Piero Lardi Ferrari. Nel corso della serata, infatti, mi ha chiesto di eseguirla con me sua moglie Romina".

Stessa canzone, altra Romina.

 

 

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