Venerdì 19 Aprile 2024

Solstizio d'estate 2017, quando è e perché

Alle 6.24 del 21 giugno inizia il giorno più lungo dell'anno Solstizio d'estate 2017, il doodle di Google

Il solstizio d'estate 2017 è il 21 giugno (foto AntonioGuillem/iStock)

Il solstizio d'estate 2017 è il 21 giugno (foto AntonioGuillem/iStock)

Roma, 20 giugno 2017 - Ci siamo: domani inizia ufficialmente l'estate. Alle 6.24 scatta la nuova stagione astronomica con il solstizio d'estate. E anche se il caldo si è fatto sentire già da settimane, portando con sé l'allarme siccità, la stagione delle vacanze sarà annunciata proprio a partire dal 21 giugno da una nuova, intensa, 'bomba' di calore: prevista una settimana torrida, con temperature fino a 40°.

Ma cos'è con precisione il solstizio d'estate? E' il giorno più lungo dell'anno. Dal punto di vista astronomico, per solstizio si intende il momento in cui il Sole, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, raggiunge il suo punto massimo di declinazione. Quindi durante il solstizio d’estate la stella raggiunge la sua massima altezza nell’emisfero boreale e la minima in quello australe, mentre accade l’esatto contrario durante l'inverno.

A CHE ORA - L'appuntamento - per chi volesse salutare il 'nuovo' sole estivo (o per i maturandi reduci dalla 'notte prima degli esami') - è poco dopo l'alba, alle ore 06.24 italiane. In quel momento, spiega l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope,  "il Sole raggiungerà la sua massima distanza angolare a nord dall'equatore celeste, che è la proiezione in cielo di quello della Terra".

Conseguenza del solstizio estivo "è che la durata della porzione diurna del giorno sarà massima per il nostro emisfero. A Roma, ad esempio, il Sole sorgerà alle 5.34 e tramonterà alle 20.48, restando al di sopra dell'orizzonte per quasi 15 ore e 14 minuti. Naturalmente, per l'emisfero australe questo giorno marcherà il solstizio invernale".

PERCHE' SI CHIAMA COSI' - Il termine solstizio, spiega ancora Masi, deriva proprio dal comportamento del Sole nel cielo e viene dal latino solstitium, composto da sol, 'Sole' e sistere, 'fermarsi'. "Proprio in questa data - ha detto l'esperto - il Sole sembra fermare la sua ascesa, per poi iniziare a riavvicinarsi all'equatore celeste, dapprima impercettibilmente, poi sempre più rapidamente, fino all'equinozio d'autunno". 

LA DATA - La data del solstizio varia di anno in anno, dal 20 al 21 giugno, a causa della mancata coincidenza fra l'anno solare e quello legale. Nel 2016 ad esempio l'ingresso nella nuova stagione era avvenuto di notte (alle 0.34 del 21 giugno), mentre quest'anno arriva all'alba. Il solstizio di giugno non dura 24 ore dunque, come per semplicità si insegna ai bambini, ma accade in un preciso istante e segna l'inizio dell'estate boreale e dell'inverno australe.

Di certo domani il giorno avrà la sua durata massima, dopodiché le ore di luce cominceranno ad accorciarsi, fino all'equinozio di autunno, quando giorno e notte saranno equivalenti. Quindi il periodo di buio si allungherà fino alla sua estensione massima coincidente con il solstizio d'inverno. E così via, passando per l'equinozio di primavera, per tornare nuovamente all'estate.  

IL SOLE IN RITARDO - Come abbiamo sottolineato, il solstizio ritarda ogni anno di circa 6 ore (per la precisione 5h 48min 46s) e si riallinea forzosamente ogni quattro anni con l'anno bisestile, introdotto proprio per evitare la progressiva divergenza delle stagioni con il calendario. Stessa cosa succede col solstizio d'inverno che può cadere il 21 o il 22 dicembre.

LE FESTE - Il solstizio d'estate, rappresentando l'inizio dell'omonima stagione, è sempre stato nella storia occasione di feste, come i Litha nel neopaganesimo o la natività cristiana di Giovanni Battista, cosiddetta "Notte di San Giovanni" o "Notte di mezza estate".

La ricorrenza è da sempre molto sentita, sin dalle primissime civiltà umane: le giornate più lunghe rappresentavano per i popoli antichi l’avvio di un periodo di fertilità, benessere e ricchezza. Durante l’estate la vegetazione è naturalmente abbondante e i raccolti raggiungono il loro picco massimo. Ma pare che l’evento sia legato anche al culto del Sole quale simbolo divino.

Per gli Inca il Sole rappresentava la divinità Inti, sovrana della Terra. Famosi per le loro attente osservazioni astronomiche, gli Inca avevano elaborato un complesso sistema di torri – chiamate Mojones – per stabilire con relativa certezza l’arrivo di solstizi ed equinozi: alcune sono giunte fino ai giorni nostri, come nei pressi di Cuzco oppure con il luogo sagro del Torreon a Macchu Picchu.

Anche i Maya consideravano il Sole fonte di vita ed essenziale per le attività umane, e il loro famoso e precisissimo calendario ha incluso, oltre all’osservazione degli astri celesti, proprio solstizi ed equinozi. Per gli Aztechi, invece, il Sole rappresentava un guerriero pronto a morire ogni sera per risorgere al mattino, da alimentare con celebrazioni e sacrifici.

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