Il Sole, le foto mai viste prima e i segreti delle tempeste geomagnetiche. Guarda il video

La missione Solar Orbiter (Esa-Nasa) e la presenza italiana. Stangalini (Asi): immagini da una distanza mai raggiunta. Perché questo traguardo è importante

Roma, 29 ottobre 2022 - Il Sole, i segreti del campo magnetico e delle tempeste geomagnetiche. La nostra stella come non l'abbiamo mai vista prima, da 100 chilometri. Un filmato di grande effetto quello realizzato dall'Esa - l'agenzia spaziale europea - grazie alla sonda Solar Orbiter (missione con la Nasa).

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"Il Sole come non l'abbiamo mai visto"

Marco Stangalini, fisico solare dell'Asi - l'agenzia spaziale italiana - spiega il valore scientifico di questo traguardo. "Il 12 ottobre per la prima volta Solar Orbiter si è avvicinato al Sole arrivando a scattare foto che ci rendono dettagli mai visti, pari a una distanza di 100 chilometri".

Il video Esa

Solar Orbiter e la presenza italiana

Spiega il fisico solare: "In questa missione c'’è una partecipazione italiana forte non solo attraverso l'Asi ma anche tramite diversi enti di ricerca tra cui l’Istituto nazionale di astrofisica, il CNR, l’industria italiana e diverse università". In altre parole, "tutta la comunità scientifica solare nazionale contribuisce alla missione. Abbiamo uno strumento totalmente italiano su Solar Orbiter, uno strumento che osserva la corona, si chiama Metis. E abbiamo poi anche altri contributi". 

Lo spettacolo del Sole 

"Il 12 ottobre - racconta Stangalini, che è program manager Asi in Solar Orbiter - la sonda si è avvicinata moltissimo al Sole e così gli strumenti sono riusciti a catturare per la prima volta immagini con una risoluzione spaziale che non avevamo mai ottenuto prima in quelle lunghezze d’onda di ultra violetto".

Foto solari

"Le fotografie - spiega lo scienziato dell'Asi - sono state scattate da uno strumento belga, l'Eui, l'Extreme ultraviolet imager. Noi  stiamo ancora lavorando sui dati che stanno arrivando proprio in questi giorni".

Perché la scoperta è importante

Ma qual è il valore scientifico di questa scoperta? "Possiamo osservare il Sole con occhi completamente nuovi - risponde Stangalini -. E possiamo verificare che è estremamente dinamico, questo finalmente viene svelato nel dettaglio".

Cosa c'entrano le tempeste geomagnetiche

Ma potremo capire qualcosa in più anche delle tempeste geomagnetiche? "Sì perché la Terra interagisce molto con il Sole. Tutti i nostri sforzi si concentrano attualmente su una migliore comprensione della fisica dell’instabilità dell’atmosfera solare" per "capire come mai a un certo punto una determinata configurazione dei campi magnetici nell’atmosfera del sole e condizioni fisiche particolari dell’atmosfera stessa determinino instabilità che poi diventano ovviamente fenomeni di rilascio impulsivo di energia". In altre parole, "la tempesta geomagnetica è la conseguenza. Sul Sole avviene un’instabilità, una riconfigurazione repentina ad esempio dei campi magnetici, che determina un’espulsione del plasma. Questo quando arriva a Terra può dar luogo - non sempre accade - a fenomeni come le aurore boreali, che sono manifestazioni spettacolari, ma anche ad altri effetti indesiderati, come i blackout". Quindi alla fine uno degli scopi della missione Solar Orbiter è proprio quello di capire i segreti delle tempeste geomagnetiche "per verificare in che modo il Sole governa le condizioni fisiche dell'eliosfera, anche a grandi distanze".

Il Sole mai così vicino grazie alle foto Esa/Nasa
Il Sole mai così vicino grazie alle foto Esa/Nasa