Mercoledì 24 Aprile 2024

Sissi e Bardot, una passione chiamata treno

Quante storie sui binari: il viaggio “segreto“ dell’imperatrice, l’isola dei vip nel Mare del Nord, la prima notte di nozze di Edoardo VIII e Wallis Simpson

Migration

di Lorenzo Guadagnucci

Quanta storia è passata sulle rotaie e le carrozze dei treni. Pensiamo all’armistizio che mise fine alla Grande guerra firmato su un vagone ristorante francese e allo stesso vagone voluto da Hitler nel 1940 – che vendetta! – per la firma della capitolazione di Parigi dopo l’invasione. O al treno speciale che portò Lenin in Russia, attraversando l’Europa, per consentirgli di guidare la rivoluzione d’ottobre. Episodi famosi – fra tanti altri – che dimostrano quanto sia pertinente il titolo del libro di Sophie Dubois-Collet, La storia prende il treno (Add editore). Eppure l’epopea dei treni non sarebbe quel che è senza personaggi come la principessa Sissi, l’irrequieta consorte dell’imperatore d’Austria e Ungheria Francesco Giuseppe, una donna che dei viaggi in treno fu grande appassionata.

È diventato leggenda il suo soggiorno in Normandia, nell’estate 1875, consigliato dal medico di corte per respirare aria di mare e combattere i troppo frequenti raffreddori. L’imperatrice, a quel tempo trentottenne, disponeva di due carrozze personali – una con camera da letto e bagno, l’altra con comodi divani e spesse tende, entrambe arredate e stuccate senza badare a spese – ma quando decise di partire le servirono due treni: uno per il mobilio con cui allestire la villa presa in affitto e per trasferire sul posto i suoi inservienti, l’altro – il treno imperiale – composto, oltre che da quelle personali, anche da tre carrozze di prima classe e da una carrozza scuderia per i suoi cavalli, che Elisabetta volle con sé pure sulla costa francese. Il soggiorno di Sissi doveva essere segreto, ma ne scrissero subito, prima ancora della partenza, i giornali francesi, con dovizia di particolari. Il gossip correva veloce anche un secolo e mezzo fa.

D’altronde, prima che cominciasse l’era del cosiddetto “jet set” (espressione usata per indicare l’élite che si muove in aereo), si parlava non a torto dell’Orient-Express come del “Re dei treni, il treno dei re”. Sì, perché la storia dei treni è piena di episodi riguardanti teste coronate.

Celebre l’entusiasmo della regina Vittoria, che volle compiere in ferrovia anche l’ultimo viaggio verso la regale sepoltura, e quello del “piccolo Napoleone” (nipote del grande còrso), Napoleone III, che si fece costruire un sontuoso treno imperiale.

Famosa, in Italia, l’inaugurazione della prima linea ferroviaria, la Portici-Napoli, con il viaggio inaugurale di re Ferdinando II, sovrano delle Due Sicilie, immortalato nel dipinto di Salvatore Fergola (correva il 1839).

Un ponte fra monarchi e protagonisti delle cronache mondane lo gettò nel 1937 Sua Altezza il duca di Windsor (fino all’anno prima re Edoardo VIII), che raggiunse l’amata Wallis Simpson, per la quale aveva rinunciato al trono britannico, con un rocambolesco viaggio in treno da Vienna a Parigi. Dopo il semiclandestine matrimonio (appena sedici invitati, nessuno della famiglia reale), i due passarono in treno la prima notte di nozze, in viaggio verso l’Austria via Venezia, dove si fermarono per qualche ora, con tanto di passeggiata sul Canal Grande e una sosta molto british per il tè al Lido.

E che dire dell’isola di Sylt, lungo la costa tedesca sul Mare del Nord? Raggiungibile solo in treno, fu una dimora fra le preferite del gerarca nazista Hermann Göring, prima di richiamare – dagli anni Sessanta in poi – personaggi come i coniugi Gunther Sachs e Brigitte Bardot, o l’attrice Romy Schneider, per non fare che pochi nomi fra i numerosi che trasformarono l’esclusiva località in una Saint-Tropez del Nord. Ha cessato l’attività nel 2007 il glorioso “Train Bleu”, stesso colore del mare, in servizio da Londra alla Costa Azzurra fin dal 1886, sul quale hanno viaggiato innumerevoli celebrità: si dice che fossero assidui, fra gli altri, Marlene Dietrich, Sacha Guitry, Grace Kelly.

A proposito di attori, c’è anche il capitolo dei treni famosi nel cinema, ma è un elenco troppo lungo: dai numerosi “film ferroviari“ di Alfred Hitchock al fatidico Mezzogiorno di fuoco... Palma d’onore a Jean Gabin, che per recitare la parte del macchinista nel film di Jean Renoir La bête humaine (1938), tratto dal romanzo di Émile Zola, imparò a guidare un treno.

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