Simonetta je t’aime: Parigi pazza di Botticelli

I francesi hanno scoperto la Cattaneo Vespucci, la donna più bella del Rinascimento. E perfino Charlie Hebdo titola: non perdetevela

"La bella Simonetta" di Sandro Botticelli

"La bella Simonetta" di Sandro Botticelli

Parigi, 12 gennaio 2022 - I francesi hanno scoperto Simonetta Cattaneo Vespucci, la più bella donna del Rinascimento, la Venere vivente, la prima modella nella storia dell’arte. La mostra dedicata a Botticelli dal museo parigino Jacquemart-André si è rivelata il più grande successo delle feste natalizie e attira ancor oggi (chiuderà a fine mese ma forse verrà prorogata) un numero impressionante di visitatori. "Non perdetevela!", esorta Charlie Hébdo. "Botticelli, tutta le bellezza del mondo", incalza il Figaro che dedica all’avvenimento un numero speciale di 164 pagine.

Gli organizzatori hanno vinto la grande sfida di un’esposizione in cui mancano le opere più note dell’artista fiorentino, la Primavera e la Nascita di Venere, troppo celebri e voluminose per affrontare un viaggio dagli Uffizi a Parigi: "Il nostro obiettivo era far conoscere il metodo di lavoro particolarissimo di Botticelli, che elaborava composizioni dalle quali venivano tratte copie in cui gli accessori e i colori potevano cambiare", spiegano i commissari Ana Debenedetti e Pierre Curie. Un innovatore e un precursore: Alessando Filipepi detto il Botticelli non solo cristallizzò l’ideale femminile della donna esile dai capelli biondi e dalla pelle diafana, in voga durante tutto il Rinascimento, ma fu anche il primo artista-designer capace d’imporre un suo “marchio di fabbrica”. Dalla bottega che aprì nel 1465 a Firenze al pianterreno della dimora paterna in via Nuova d’Ognissanti (oggi via del Porcellana) uscirono infatti opere che erano il frutto di un lavoro collettivo, spesso diverse dal modello iniziale ma sempre riconducibili ai suoi gusti ed al suo stile.

Due quadri sono i best seller della mostra: La Venere pudica proveniente dal Staatliche Museen di Berlino e La bella Simonetta prestata dallo Städel Museum di Francoforte. La prima, dipinta fra il 1485 e il 1490, ricorda la celeberrima Nascita di Venere realizzata da Botticelli nel 1484. La seconda, datata 1485, presenta un volto femminile molto simile a quello già raffigurato nella Primavera (circa 1478). Ricordiamo fra le altre opere lo splendido ritratto di Giuliano dei Medici (1478) custodito dall’Accademia Carrara di Bergamo, la Madonna del libro (1482), i numerosi “tondi” e le illustrazioni della Divina Commedia.

Il principale motivo d’attrazione per il pubblico francese è in ogni modo la storia commovente di Simonetta Vespucci, la più enigmatica figura femminile del Quattrocento prima che un’altra icona – la Gioconda di Leonardo da Vinci – venisse a farle concorrenza qualche decennio dopo. A nessuna donna del Rinascimento fu tributata una simile venerazione dai contemporanei e dai posteri: circostanza eccezionale se si pensa che Simonetta visse a Firenze solo 7 anni prima di soccombere alla tubercolosi, la notte fra il 26 e il 27 aprile 1476. Era nel fiore della giovinezza. E fu proprio quella scomparsa precoce, a 22 anni, che la identificò nel mito della bellezza che sopravvive nei secoli grazie all’arte. Botticelli le diede vita nelle sue opere ritraendola a memoria, diversi anni dopo la morte. Superba adolescente longilinea dagli occhi azzurri e dai capelli biondi, Simonetta era nata nel 1453 a Genova (o forse a Portovenere, o a Fezzano) in una famiglia aristocratica (suo padre Gaspare Cattaneo della Volta era imparentato con il Doge di Genova). Aveva 15 anni quando incontrò a Genova nella chiesa di San Torpete il giovane Marco Vespucci, appartenente a una famiglia di mercanti e navigatori fra cui Amerigo Vespucci, lo scopritore dell’America. Le due famiglie, che avevano rapporti di amicizia con i Medici, videro subito l’interesse di un matrimonio fra i due giovani.

La cerimonia fu fastosa: Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano accolsero gli sposi nel Palazzo Medici in via Larga (l’attuale via Cavour) e organizzarono per loro una gran festa nella villa di Careggi. Invitata continuamente a corte Simonetta fece innamorare tutti, da Giuliano dei Medici (che divenne il suo amante) al Verrocchio, dal Ghirlandaio a Filippo Lippi al Poliziano (che ne fece la protagonista delle Stanze della Giostra). Ancor oggi il suo viso angelico dai grandi occhi malinconici incanta il pubblico. Particolare toccante della sua storia, la Vespucci riposa nella chiesa di Ognissanti accanto alle spoglie di Sandro Botticelli, che secondo la leggenda volle essere sepolto ai piedi della sua musa.

 

 

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