Venerdì 18 Aprile 2025
BENEDETTA CUCCI
Magazine

Simenon e Che Guevara. Due mostre, due personaggi e due storie da raccontare

Due mostre che nascono da due archivi ricchissimi e arrivano in una città come Bologna dove la memoria è celebrata...

Due mostre che nascono da due archivi ricchissimi e arrivano in una città come Bologna dove la memoria è celebrata...

Due mostre che nascono da due archivi ricchissimi e arrivano in una città come Bologna dove la memoria è celebrata...

Due mostre che nascono da due archivi ricchissimi e arrivano in una città come Bologna dove la memoria è celebrata da tempo attraverso festival originali che mantengono vive storie preziosissime. Proprio come nel caso di due figure come George Simenon e Che Guevara, i cui figli hanno assicurato alla figura paterna di vivere in eterno grazie alla documentazione preservata e trasformata in espressione per tutti.

Ecco ’Georges Simenon. Otto viaggi di un romanziere’, dal 10 aprile all’8 febbraio 2026 nella galleria sotterranea Modernissimo, prima importante mostra sul creatore del commissario Maigret, che giunge dopo un lavoro decennale svolto sull’archivio custodito dal figlio settantaseienne dello scrittore belga, John Simenon, co-curatore con Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna. Il titolo ci parla già del lungo viaggio che si percorrerà tra le otto sezioni, alla ricerca delle radici del genio, attraverso i suoi stessi viaggi, le sue carte, i film tratti dalle sue opere, le foto che ha realizzato durante i suoi reportage.

Approfondirà la parte più affascinante e creativa del percorso di Simenon, gli anni tra il 1903 e il 1936, quelli della formazione, dell’esordio, fino al suo diventare scrittore professionista, autore dei grandi ’romanzi duri’ e alla nascita di Maigret. E non mancheranno gli oggetti del ’rito’ della scrittura simenoniana: i calendari, le leggendarie ’buste gialle’ contenenti lo scheletro dei romanzi, le pipe.

Dalla galleria Modernissimo al Museo Archeologico sono 210 metri, tre minuti a piedi. Tanto basta per immergersi in un altro mondo epico e in un altro viaggio, quello che ci fa scoprire l’uomo Ernesto Guevara de la Serna, per tutti comandante Che Guevara. La figlia Aleida Guevara March, 64 anni, pediatra, è la coordinatrice dei progetti speciali del Centro de Estudes Che Guevara a L’Avana.

Lei, come i fratelli, ha imparato a scoprire solo da grande questo papà mitico, perché aveva solo sei anni quando morì. E non è che l’avesse frequentato tanto. Va ricordato infatti – e questo nella mostra è reso in maniera affascinante con tavoli interattivi dove si clicca su vari cassetti che si aprono su tante storie da sfogliare digitalmente – che il comandante rivoluzionario sia nel 1965 sia nel 1967, cambiò le proprie sembianze con parrucche e protesi, tagliando barba e capelli, per raggiungere in incognito prima il Congo e poi la Bolivia, dove fu ucciso il 9 ottobre 1967 e dove scrisse la poesia dedicata alla moglie ’Tù y todos’ che dà il titolo alla mostra progettata su tre livelli con oltre 2.000 documenti, appunti, fotografie scattate dallo stesso Guevara, immagini ufficiali e private, scritti autografi, filmati d’epoca e la bici originale. La famosa moto dei ’diarios’ del suo amico Alberto Granado, è un modello d’epoca.