Venerdì 19 Aprile 2024

Ponti più sicuri grazie agli smartphone. Ecco come

I dati raccolti dai cellulari quando attraversiamo un ponte possono allungarne la vita monitorando le vibrazioni

Il Golden Gate Bridge di San Francisco

Il Golden Gate Bridge di San Francisco

Gli smartphone possono mettere in sicurezza i ponti e evitare catastrofi mentre siamo alla guida. Come? Grazie ai dati raccolti quando attraversiamo i ponti in auto. Lo spieha un nuovo studio condotto da ricercatori del Mit che dimostra come i telefoni cellulari installati nei veicoli, dotati di uno speciale software, possono raccogliere dati utili sull'integrità strutturale dei ponti. Oltre che utile, si tratterebbe di un'alternativa meno costosa rispetto agli attuali sensori fissati ai ponti stessi.

Smartphone per salvare i ponti

La ricerca americana è stata condotta, in parte, sul Golden Gate Bridge di San Francisco. Quello che è emerso è che i dispositivi mobili possono acquisire lo stesso tipo di informazioni sulle vibrazioni del ponte che solitamente vengono collezionate dai sistemi di sensori fissi. Il monitoraggio tramite dispositivi mobili potrebbe aggiungere dal 15 al 30% di anni in più alla durata di vita della struttura. Una novità apparentemente minore, ma che potrebbe portare a una vera innovazione in questo campo, soprattutto nel rapporto costi-benefici.

"Questi risultati suggeriscono che le serie di dati massicce e poco costose raccolte dagli smartphone potrebbero svolgere un ruolo importante nel monitoraggio della salute delle infrastrutture di trasporto esistenti", scrivono gli autori nel paper pubblicato su Nature Communications Engineering, a cui ha collaborato Carlo Ratti, il direttore del Sensable City Laboratory.

Le vibrazioni pericolose dei ponti

Sappiamo che i ponti vibrano naturalmente e per studiare queste vibrazioni gli ingegneri di solito posizionano dei sensori, come gli accelerometri, sulle strutture dei ponti. I ricercatori del Mit hanno sviluppato un'applicazione per telefoni cellulari basata su Android per raccogliere i dati degli accelerometri quando i dispositivi venivano posizionati sui veicoli che passavano sul ponte. Hanno poi confrontato la corrispondenza tra questi dati e quelli registrati dai sensori posizionati sui ponti, con risultati sorprendenti. I dati di 104 viaggi sul ponte del team di ricerca e di altri 72 viaggi di autisti Uber, confrontati con i 240 sensori del Golden Gate Bridge convergevano assolutamente, con pochissimi casi di discrepanza.

Il ponte italiano

Lo studio è stato allargato anche a un ponte di Ciampino in Italia, per la sua struttura differente rispetto a quella del Golden Gate e anche in questo caso i risultati sono stati incoraggianti: la divergenza è stata del 2,3% tra i metodi per alcune frequenze e del 5,5% su un campione più piccolo. Ciò suggerisce che un volume maggiore di viaggi potrebbe fornire dati più utili.

"I nostri risultati iniziali suggeriscono che anche solo una [modesta quantità] di viaggi nell'arco di alcune settimane è sufficiente per ottenere informazioni utili sulle frequenze modali dei ponti", afferma Paolo Santi, ricercatore del Cnr italiano e del del Senseable City Lab del MIt.

“Abbiamo ancora del lavoro da fare, ma crediamo che il nostro approccio possa essere facilmente scalato, fino al livello di un intero Paese", afferma Carlo Ratti, “Forse non raggiungerà l'accuratezza che si può ottenere utilizzando sensori fissi installati su un ponte, ma potrebbe diventare un sistema di allerta precoce molto interessante. Piccole anomalie potrebbero suggerire quando effettuare ulteriori analisi".

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