Si spegne la stella di Bernstein, nominato all’Oscar per ’Il prestanome’

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Hollywood dice addio a uno dei suoi più longevi sceneggiatori: Walter Bernstein, che negli anni Cinquanta fu vittima del Maccartismo, la caccia alle streghe anti-comunista da lui raccontata nel Prestanome, è morto ieri a New York a 101 anni.

Una lunga vita ispirata dalla passione per la politica e per il cinema: Bernstein, che amava definirsi "un ebreo laico di idee di sinistra", subito dopo la guerra finì nelle liste nere dei simpatizzanti comunisti e venne messo all’indice da Hollywood.

Non volendo far nomi davanti alla commissione della Camera guidata dal deputato Joseph McCarthy, Bernstein, come altri sceneggiatori e registi, riuscì a continuare a lavorare usando persone insospettabili pronte a firmare i suoi copioni.

Una vicenda narrata nel Prestanome del 1976: nel film, che gli valse l’anno dopo la candidatura agli Oscar e il premio della Writers Guild Association, Woody Allen è un cassiere senza talento o simpatie politiche usato come ’fronte’ da scrittori all’indice. A differenza di altri a Hollywood perseguitati per simpatie di sinistra, Bernstein era stato in realtà un vero comunista almeno fino al 1956.

Attivo fino all’ultimo nonostante la ragguardevole età, Bernstein nnn fu soltanto un abile sceneggiatore. Durante la seconda guerra mondiale aveva scritto per il New Yorker e per The Yank, un giornale dell’esercito per il quale nel 1944 aveva fatto uno scoop: la prima intervista di un corrispondente occidentale al Maresciallo Tito.

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