"Sì, il cinema è la nostra Storia" David al Moro di Bellocchio & Gifuni

A “Esterno notte“ i premi per la regia e l’attore protagonista. Miglior film “Le otto montagne“ dal libro di Cognetti

di Beatrice

Bertuccioli

David per il Miglior film a Otto montagne, la pellicola tratta dai registi belgi Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch dall’omonimo romanzo Premio Strega di Paolo Cognetti, mentre è Marco Bellocchio ("Non me l’aspettavo però l’accetto: alla mia età si diventa saggi. L’importante è non fermarsi") ad aggiudicarsi il David per la Migliore regia con Esterno notte, drammatico racconto di oltre cinque ore sul rapimento di Aldo Moro, vicenda già affrontata dal regista nel film Buongiorno, notte, ma da una diversa prospettiva. E si aggiudica il David come Miglior attore, il protagonista, Fabrizio Gifuni, nei panni dello statista democristiano rapito e poi ucciso dalla Brigate rosse. È la storia d’Italia, con i suoi misteri, che dunque prende la scena dei David. "Ringrazio la lentezza, la fragilità, il gioco, la fantasia, l’immaginazione che sono l’antidoto a questi tempi", ha detto Gifuni esaltando "il valore dell’indipendenza e della libertà creativa svincolata dalle logiche di profitto".

Miglior attrice protagonista, Barbara Ronchi, per il film Settembre della regista Giulia Steigerwalt, che vince come Migliore esordio alla regia. Migliore attrice non protagonista Emanuela Fanelli, interprete del film di Paolo Virzi, Siccità, mentre Francesco Di Leva è Miglior attore non protagonista per Nostalgia di Martone. Non raccoglie quanto avrebbe meritato il bellissimo film di Robertò Andò, La stranezza, su Pirandello, con dei sorprendenti Ficarra e Picone: prende 4 David, tra cui quello per Produzione, Costumi e Sceneggiatura originale. Ad Aldo, Giovanni e Giacomo e al regista Massimo Venier, con Il grande giorno, il David dello Spettatore, per il film che ha avuto il maggior numero di spettatori.

Festa ieri per il cinema italiano con la consegna dei premi David di Donatello, giunti alla 68ª edizione. In mattinata tutti i candidati al Quirinale, ricevuti dal presidente Sergio Mattarella, e ieri sera annuncio dei vincitori, durante una cerimonia trasmessa in diretta su Raiuno, e condotta per l’ottava volta da Carlo Conti, affiancato dall’attrice Matilde Gioli. In diretta su Raiuno anche il ricevimento al Quirinale, cerimoniera una sempre brillante Geppi Cucciari.

"Il cinema è immaginazione e storia, emozione e cultura. È anche svago, sogno e libertà e ha impresso segni indelebili nella memoria di ciascuno e appartiene alla nostra civiltà come uno dei suoi tratti identitari", ha sottolineato il presidente Mattarella. Che ha poi richiamato l’attenzione sulla difficoltà delle sale. "Le presenze nelle sale cinematografiche purtroppo non sono soddisfacenti – ha sottolineato – e anche il confronto con paesi vicini, ci vede indietro. Le sale, i tanti nostri Nuovo Cinema Paradiso, rappresentano un patrimonio di socialità". E il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha annunciato interventi a sostegno delle sale. Dal 16 giugno al 16 settembre, ha precisato la sottosegretaria Lucia Bergonzoni, biglietto a 3 euro e 50 per film italiani e europei.

Un’edizione, questa 68ª, che ha fornito l’immagine di un cinema italiano "solido, capace di innescare nella commedia il cinema d’autore", ha osservato Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dei David. E ha sottolineato come, premiare con un David alla Carriera Marina Cicogna, produttrice da sola e con il fratello Bino Cicogna, e con due David Speciali, rispettivamente Isabella Rossellini ed Enrico Vanzina, ha significato riconoscere anche il grande apporto dato al cinema da tre famiglie, attraverso varie generazioni. Pensiero condiviso da Enrico Vanzina che, commosso – mentre sul palco scorrevano le immagini del fratello Carlo –, ha detto: "Considero questo David come un premio a una famiglia che ha molto amato il cinema, entrando un po’ anche nell’immaginario di questo Paese. Io, mio fratello Carlo e nostro padre Steno, abbiamo raccontato gli italiani, i loro pregi e difetti, senza moralismi. Si dice che per viaggiare felici, si debba viaggiare leggeri. Leggerezza che non vuol dire superficialità, e la nostra famiglia ha viaggiato leggera nel cinema italiano".

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