Mercoledì 24 Aprile 2024

Ride, com'è il film sui rider acrobatici?

Esce il 6 settembre il film supervisionato dai creatori di 'Mine': ecco trailer, informazioni e il parere di chi l'ha visto

Foto: Lucky Red/Mercurio Domina

Foto: Lucky Red/Mercurio Domina

Una corsa a perdifiato giù da sentieri di montagna, parecchi soldi in ballo e una serie di misteri che attendono di essere svelati: 'Ride' è un film italiano sui generis, perché guarda in modo esplicito al panorama statunitense, e sbarca nelle sale cinematografiche italiane giovedì 6 settembre 2018. È tempo di capire cosa ci attende. RIDE, IL FILM 'Ride' è un film d'azione con forti elementi thriller e ha l'ambizione di portare su grande schermo l'impatto visivo dei filmati realizzati da coloro che fanno sport estremi documentando le loro imprese con le videocamere GoPro (molti piccole e maneggevoli). Le medesime videocamere, talvolta anche venti in funzione contemporaneamente, sono state impiegate sul set di 'Ride'. LA TRAMA La storia è quella di due amici e rider acrobatici: Max (interpretato da Lorenzo Richelmy) e Kyle (Ludovic Hughes). Ingolositi da un grosso premio in denaro, Max e Kyle si ritrovano coinvolti in una gara segreta di downhill: si trattasse solo di correre e saltare se la caverebbero alla grande, ma la verità è che si sono cacciati in un guaio forse più grande di loro. GLI AUTORI 'Ride' è diretto da Jacopo Rondinelli, al suo esordio cinematografico dopo essersi fatto le ossa con pubblicità e videoclip. Gli sceneggiatori sono Marco Sani ('Addio fottuti musi verdi'), Fabio Guaglione e Fabio Resinaro. Gli ultimi due nomi sono quelli che giustificano la frase "dai creatori di Mine" che accompagna 'Ride': Guaglione e Resinaro, che hanno firmato il loro primo lungometraggio grazie appunto a 'Mine' (2016), sono infatti i "direttori creativi" di 'Ride', ruolo che avevano già ricoperto con 'True Love' (Enrico Clerico Nasino, 2012). IL TRAILER UN CINEMA ITALIANO DIVERSO L'idea che sta dietro a 'Ride' è quella di puntare sulla rinascita del cinema di genere italiano. Si tratta cioè di percorrere una terza vita rispetto alle due imperanti, da un lato i film d'autore (Sorrentino, Garrone, Rohrwacher, Guadagnino, eccetera) e dall'altro la commedia figlia più o meno imbastardita del cinepanettone. 'Ride' non è solo, perché nel medesimo solco si posizionano anche prodotti come 'Mine', 'Lo chiamavano Jeeg Robot', 'Smetto quando voglio' o 'Veloce come il vento'. La caratteristica peculiare di 'Ride', così come di 'Mine', è di puntare in modo esplicito al modello statunitense, per impatto visivo e temi. IL PARERE DI CHI L'HA VISTO In linea di massima la critica italiana applaude il tentativo di proporre un cinema di genere italiano di qualità e concorda nell'affermare che dal punto di vista visivo 'Ride' ha una sua forza e tenuta. Le perplessità maggiori derivano dalla seconda parte della trama, quando si chiarisce il contesto ed emergono con forza una serie di ambizioni narrative non sempre gestite al meglio. Lo spettacolo è comunque assicurato. Leggi anche: - L'amica geniale: primo sguardo alla serie TV - Mostra del cinema di Venezia 2018. Sulla mia pelle, il film di Netflix su Stefano Cucchi - A Private War, il film: una giornalista morta per la verità