Mercoledì 24 Aprile 2024

'Morto Stalin se ne fa un altro', proiezioni vietate in Russia

Il ministero della Cultura bolla come "offensivo" il film satirico del regista scozzese Armando Iannucci

Un dettaglio del poster del film – Foto: Main Journey/Quad Productions

Un dettaglio del poster del film – Foto: Main Journey/Quad Productions

Mosca, 23 gennaio 2018 - La censura russa si abbatte su... Stalin. O meglio sul film-commedia - dichiaratamente satirico - "Morto Stalin, se ne fa un altro" (titolo originale 'The Death of Stalin'). Ebbene sì, vietato scherzare su uno dei personaggi più influenti del '900, ancora molto in voga in Russia. E dunque mentre il film, del regista scozzese Armando Iannucci, è da poco sbarcato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, è stato stoppato proprio in quella che fu la patria di Stalin (dove era prevista l'uscita per il 25 gennaio):  il ministero della Cultura ha ritirato la licenza di proiezione.  IL TRAILER  

 A detta del ministro  Vladimir Medinsky, la pellicola può essere percepita dagli spettatori come "offensiva nei confronti del passato sovietico", dell'Armata Rossa e "perfino delle vittime dello stalinismo". Medinsky ha tenuto a sottolineare che in Russia non vi è alcuna censura e che i cittadini "non hanno paura di valutazioni critiche della nostra storia", ma "c'è un confine morale tra l'analisi critica della storia e la presa in giro fine a se stessa". 

Insomma, pare che il problema della pellicola non sia tanto la scelta di Stalin come personaggio - anzi, lui è in testa agli indici di gradimento dei russi, stando ai sondaggi, per quanto riguarda le figure storiche del passato - quanto la rappresentazione del potere, in generale, ai vertici dell'Unione Sovietica.

Nel film di Iannucci nel 1953 il dittatore muore improvvisamente. L'annuncio verrà fatto due giorni dopo e in quelle 48 ore i figli di Stalin, Vasili e Svetlana, il generale Georgi Zhukov, Nikita Krusciov, Georgi Malenkov, Viacheslav Molotov e Lavrenti Berija lottarono per il potere. In 'Morto Stalin, se ne fa un altro' la rappresentazione di quel teatro folle è senza sconti. 

Il ministero della Cultura, che pure aveva dato inizialmente l'ok, ha cominciato ad avere dubbi e ha organizzato una visione speciale della pellicola al Consiglio Pubblico presso il ministero . E il Consiglio, dopo averla vista, l'ha bollata come priva di valore storico-culturale e anzi "offensiva". Da qui la raccomandazione di posticipare la distribuzione in Russia di sei mesi, per evitare - ampiamente - la sovrapposizione con il 70esimo anniversario della vittoria di Stalingrado, che cade il prossimo 2 febbraio. 

Il generale Georgi Zhukov, eroe della Seconda Guerra mondiale, viene d'altra parte dipinto a tinte grottesche e questo potrebbe essere d'insulto per i veterani. In più Paval Pozhigailo, membro del Consiglio, ha sottolineato che la visione del film non è consigliabile anche alla luce delle prossime elezioni presidenziali del 18 marzo. E quindi stop alle cineprese.

Il ministero ha fatto sapere che la decisione relativa a quando permettere la visione del film sarà presa "in un secondo momento". Chissà, a questo punto, se mai lo sarà.  Altri membri dell'establishment russo, come la vice capo Commissione Cultura della Duma, Yelena Drapeko, hanno definito il film "una schifezza, una provocazione" e chiedono che non venga distribuito punto. Come finirà?