Martedì 23 Aprile 2024

Carrie Fisher, ovvero l’adolescenza appesa a un bikini (in ferro)

Star Wars perde la Principessa Leila

Carrie Fisher, Principessa Leila in Star Wars (Olycom)

Carrie Fisher, Principessa Leila in Star Wars (Olycom)

Roma, 28 dicembre 2016 - Non era una principessa come quelle delle favole. Lo capimmo subito, nella sala buia e fumosa del cinema, quando Leila – interpretata da Carrie Fisher, scomparsa a 60 anni ieri dopo un infarto - apparve per la prima volta. Non fatevi ingannare dal visino dolce, dal virginale abito bianco e dalle buffe ciambelle di capelli arrotolate ai lati della testa. Con questa ragazza c’era poco da scherzare. Prima resisteva eroicamente alle torture dell’Impero, poi, fulminatore laser in mano, dava una mano a Luke, Han e compagnia a far fuori orde di Stormtrooper e a distruggere la Morte Nera. E questo solo nel primo film: Guerre Stellari (oggi si direbbe Episodio IV, ma siamo nostalgici). Nelle successive pellicole, l’impressione fu confermata: Leila (anche qui, per nostalgia, continueremo a usare il nome italianizzato) non si preoccupava di indossare abiti maschili per combattere la battaglia contro l’oppressore (come le staffette partigiane), salvava e metteva in riga quell’irregolare di Han (concedendogli infine le sue grazie, fortunato lui) e ritrovava il rapporto perduto col fratello Luke. 

UN DUE PEZZI MEMORABILE

Ma la vera svolta, per milioni di adolescenti in piena tempesta ormonale negli anni ’80, arrivò ne Il ritorno dello Jedi (Episodio VI, del 1983), appesa al bikini in ferro del costume da schiava di Leila. La scena, come si dice, è nota: la principessa seminuda legata alla catena di Jabba The Hutt, un vermone alieno di qualche metro, davvero poco raccomandabile. Ma Leila non è tipa da aspettare il cavaliere al salvataggio: è lei stessa che, pur nel contesto di un assalto più ampio al covo di Jabba, strozza letteralmente l’orrido mostro, prendendo la sua vendetta per l’umiliazione ricevuta. 

L’epifania era tutta lì: altro che veste virginale, questa Leila era una bomba sexy (dal gusto un po' sadomaso, non si può negare). Una generazione aveva trovato la sua Barbarella. Meno perfetta di Jane Fonda ma ugualmente trasgressiva e volitiva. E più sorprendente. Da lì, il passo al delirio nerd è stato breve. Non è un caso che il costume in questione sia stato venduto all’asta tempo fa per quasi 100mila dollari. Non è un caso che, in un episodio della serie tv Friends, Rachel (Jennifer Aniston) coroni il sogno erotico del suo ragazzo Ross infilandosi nel letto col suddetto bikini. Attenzioni che, a dirla tutta, la stessa Fisher ha mostrato in alcune recenti interviste di non gradire troppo, invitando le donne a ‘continuare a combattere contro il costume da schiava’. Ma anche stroncando la decisione di Hasbro di ritirare i pupazzetti raffiguranti Leila-schiava dal mercato ('Una stupidaggine').

UN CARATTERE FORTE

Ma noi, che oggi abbiamo tra i 35 e i 50 anni, avevamo la nostra principessa. Capostipite di rango (forse insieme a Sarah Connors-Linda Hamilton di Terminator) delle eroine femminili sci-fi e d’avventura successive, che ancora oggi spopolano (come Katniss-Jennifer Lawrence di Hunger Games). Il resto – e, con esso, le difficoltà della vita - è venuto dopo, con la maturità. Abbiamo saputo della lunga battaglia della Fisher contro le droghe e l’alcol e della sua carriera di scrittrice umoristica, seguendo i piccoli ma significativi ruoli (come in ‘Harry ti presento Sally’) dopo anni di oblio. Fino al recente ‘Il risveglio della Forza’ (Episodio VII, del 2015). Rivederla è stato come ritrovare una zia che non si abbracciava da tempo. Incartapecorita – all’età non si sfugge -, ma con la dignità delle persone intelligenti. Trovarsi di fronte a una sessantenne tutta rifatta, come ce ne sono a decine tra le star di Hollywood, non sarebbe stato originale. E neppure da principessa Leila.