Al Bano, a Sanremo per vincere. "Sono un contadino, tempra forte"

L’infarto non ferma il cantante. "Sto spingendo con la voce: tutto ok"

Al Bano a Sanremo per le prove in vista del Festival (LaPresse)

Al Bano a Sanremo per le prove in vista del Festival (LaPresse)

Sanremo, 27 gennaio 2017 - NON SARANNO certo due stent nell’aorta a togliere ad Al Bano il desiderio feroce di lasciare ancora una volta il segno sul palco dell’Ariston. Anche se recente, il passato è passato. "La tempra contadina mi aiuta parecchio a riprendermi dall’infarto" assicura lui tra una prova e l’altra di “Di rose e di spine”, la romanza pop che Maurizio Fabrizio e Katia Astarita gli hanno confezionato. "Tre settimane fa, in Germania assieme a Romina, ho provato a spingere con la voce e tutto è filato liscio. Devo solo ricordarmi di prendere le medicine".

Cosa l’ha spinta a proporre a Conti un pezzo “pucciniano” come “Di rose e di spine”? "Il fatto che la melodia è cosa di noi italiani e sarebbe un sacrilegio non ricordarsene. Fra l’altro ho un mercato internazionale che apprezza parecchio questo genere di cose. Quando nel 1967 - periodo di figli dei fiori e di grandi rivolgimenti - me ne uscii al Disco per l’Estate con ‘Nel sole’, un pop blues controcorrente, molti rimasero spiazzati. Poi si sa come sono andate le cose. Ora mi sembra che la storia si stia ripetendo. Anzi, me lo auguro vivamente". 

Il pezzo come l’ha scelto? "Avevo pronti tre brani: uno mio intitolato ‘Per te’, uno di Depsa intitolato ‘Il sipario’ e poi questo di Fabrizio; appena ho ascoltato la melodia mi sono venuti i brividi".

Un pezzo da Sanremo, ma soprattutto da Eurovision. "All’Eurovision ci sono stato due volte assieme a Romina, nel ’76 con ‘We’ll live it all again (Noi lo rivivremo di nuovo)’, un pezzo che in Italia non fece niente, mentre all’estero ebbe un successo pazzesco, e poi ancora nell’85 con ‘Magic oh magic’, altro bel successo. E, siccome non c’è due senza tre, speriamo che questa sia la volta buona. Per partecipare, però, il regolamento dice che prima devo vincere il Festival".

Perché ha scelto “Pregherò” di Celentano (anzi, Ben E. King) per la serata dedicata alle cover? "Per motivi affettivi. Il mio primo contratto lo firmai, infatti, proprio con il Clan. Ad Adriano devo moltissimo. Anche se un giorno, a malincuore, ho deciso di andarmene per la mia strada, su consiglio del produttore Pino Massara che mi disse: se rimani lì non farai niente. Doloroso, certo, ma i fatti dimostrano che ha avuto ragione lui". 

Cinquant’anni senza Tenco. Proprio ieri l’anniversario. Lei che ha sempre vissuto il Festival in maniera viscerale, crede davvero che per una canzone si possa morire? "Assolutamente no; per una canzone si deve vivere, si deve dare l’anima. Non la vita".

Ora produce un film su sua madre Iolanda. "S’intitolerà ‘Gli occhi e il cuore’ e seguirà un po’ il solco de ‘Nel cuore del padre’ dedicato nel 2005 a mio padre. Ci sto lavorando da dieci anni, ma sarà pronto per l’8 maggio prossimo, festa della mamma".

Intanto il produttore russo Andrej Agapov vorrebbe girare film sulla sua storia con Romina Power.  "La proposta c’è - pure abbastanza insistente - ma sto prendendo tempo perché voglio andarci cauto".

 Facciamo un gioco, chi vorrebbe al posto suo e di Romina? "Tom Cruise e Angelina Jolie. Che dice, posso accontentarmi?".