Giovedì 18 Aprile 2024

Sesso senza tabù: l’arte erotica di Pompei

Mosaici, statue, affreschi, oggetti personali: una grande mostra sulla sensualità quotidiana nella città distrutta dall’eruzione del Vesuvio

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di Nino Femiani

Neppure la distruzione e la morte hanno cancellato un carattere concupiscente di Pompei, la città seppellita dalla furia del Vesuvio nel 79 dopo Cristo. Ciò che oggi chiameremmo pornografia era qualcosa di molto ordinario per i pompeiani, che ne usavano gli elementi per mosaici, affreschi, statue e oggetti personali. Un uomo o una donna di alto rango potevano permettersi i propri piaceri, senza dover dar conto a nessuno se non al console: per la società romana il sesso era sesso.

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Gli uomini potevano avere relazioni intime con individui del loro stesso genere o del sesso opposto, e nessuno li criticava, sempre che l’altra persona avesse uno status sociale inferiore (servi, schiavi, o anche uomini liberi stranieri).

Un viaggio nell’eros e nella percezione che i pompeiani avevano del sesso: è questo che, in modo straordinario, ci restituisce la mostra Arte e sensualità nelle case di Pompei aperta nella Palestra Grande fino al 15 gennaio 2023. Un percorso iconico che cerca di indagare senza ipocrisie su un quesito aperto da due secoli: perché nell’immaginario dei romani di Pompei la sensualità fu così onnipresente e metodica tanto da occupare tutti gli spazi della città, da quelli privati (le domus) a quelli pubblici (le terme, le osterie, i bordelli)?

Il percorso espositivo – curato dal direttore Gabriel Zuchtriegel e dell’archeologa Maria Luisa Catoni, professoressa all’Imt Alti Studi Lucca – propone una chiave didattica, ma anche emozionale e sensoriale. Tra le settanta opere in mostra, provenienti dai depositi del Parco Archeologico di Pompei, anche i due medaglioni in bronzo con scene erotiche del carro cerimoniale da Civita Giuliana e il raffinato soffitto del cubiculum (stanza da letto) rinvenuto nella “Casa di Leda e il cigno“, e le tre pareti del cubicolo della Villa di Gragnano in località Carmiano, ricostruito dopo il recente restauro.

E per chi non ne avesse abbastanza, il progetto del direttore e dell’archeologa offre un “supplemento“ con un itinerario alla scoperta delle domus più caratterizzate da affreschi e sculture a tema erotico (raggiungibili con l’app “My Pompeii“), dal Lupanare alla casa dei Vettii alle Terme suburbane.

"Questa mostra è un inno alla resilienza del bello – ha dichiarato Zuchtriegel –, perché ci aiuta a comprendere che, anche in passato, arte e immaginazione fossero intrecciate con relazioni e gerarchie sociali, culturali e politiche". "Il visitatore – ha aggiunto Catoni – entra in una mostra nella quale può non solo vedere oggetti di grande interesse e bellezza, ma anche utilizzarli come ‘puntatori’ su diversi contesti: il contesto di Pompei e del sito archeologico, il contesto delle Ville, per esempio di Stabiae e Oplontis, il contesto dello scambio fra cultura greca e cultura romana nel corso del I secolo dopo Cristo, il contesto della tradizione di immagini erotiche e sensuali, il contesto delle funzioni e usi di quelle immagini negli spazi che decoravano e così via".

L’allestimento ci fa immergere proprio nel perimetro di una domus romana, facendoci capire perché ogni ambiente fosse permeato di erotismo. Ad esempio, l’atrio era uno spazio dove esibire opere di ispirazione greca, caratterizzate da una nuova sensualità, come Narciso, il giovane innamorato della sua propria immagine, o Priapo, dio dell’abbondanza e della fertilità di origini greco-orientali che mostrava il suo sesso in erezione.

La camera da letto (cubiculum) appariva come il posto della casa dove non si andava solo per dormire. Qui si studiava, si faceva la toilette, ci si ritirava per conversazioni ravvicinate e incontri erotici, ma anche per discutere di affari delicati. Un’atmosfera di intimità, percepibile nelle scene apertamente erotiche della villa di Carmiano.

Poi il triclinium (la stanza da pranzo) per celebrare lussuosi banchetti con immagini di bei ragazzi e ragazze che alludevano a incontri etero e omosessuali. Un tripudio trasgressivo prima che arrivasse, con la fine dell’influenza greca e l’affermarsi del cristianesimo, la codificazione della morale sessuale.

 

 

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