Mercoledì 24 Aprile 2024

Sesso e delirio, addio all'hotel delle star

Lo Chateau Marmont di Hollywood trasformato in appartamenti: qui si amarono Clark Gable e Jean Harlow, qui morì di overdose Belushi. .

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91 anni fa lo Chateau Marmont venne costruito, Fred Horowitz pensò al castello di Amboise nella Loira come riferimento architettonico. Voleva che West Hollywood, all’inizio del Sunset Boulevard che era ancora un lungo viale non asfaltato, avesse un residence di lusso – disegnato da Arnold Weitzman – per i vip e per gli attori che cominciavano a frequentare la Mecca del cinema.

Albergo lo Chateau Marmont lo divenne due anni dopo, passata la Grande Crisi e al primo dei numerosi cambi di proprietà; l’ultima lo farà diventare un monumentale club privato: dal prossimo anno, secondo l’idea di André Balazs, solo proprietari che condivideranno le quote avranno il loro appartamento (sono 63 sui sette piani del Castello) con sala da pranzo e maggiordomo privato. Da ricchi che spendono 500 dollari a notte per una stanza, fino a 5000 per le suite, a paperoni che vogliono una proprietà a Los Angeles senza porsi tanti problemi.

Il parallelo con Amboise si gioca anche su una vittima illustre: se nel 1519 sulla Loira fu Leonardo da Vinci, all’8221 di Sunset Boulevard una stanza è stata il 5 marzo 1982 l’ultimo domicilio di John Belushi, morto a soli 33 anni per overdose. Francis Scott Fitzgerald qui ebbe un infarto fortunatamente non mortale, mente andò peggio al fotografo Helmut Newton investito e ucciso all’uscita dalla hall. Ma non solo: Jim Morrison vi cadde da una finestra durante una festa procurandosi ferite gravi e tante altre star hanno vissuto avventure di alcol, droga, sesso in questo maniero novecentesco perché il motto della casa è che "se vuoi fare dei casini vieni qui al Marmont dove la segretezza è un obbligo".

Dietro questa omertà hanno compiuto i loro "casini" da tossici personaggi come James Dean e John Frusciante, Mick Jagger ed Eve Babitz, Heath Ledger e Rick James, James Taylor e Carly Simon trovati a gettarsi l’eroina addosso. E poi come dimenticare bollenti storie di sesso: quella fra Clark Gable e Jean Harlow, o quella in cui protagonisti sono stati Nicholas Ray (innamorato della vicina di bungalow Marilyn Monroe) e Dennis Hopper con Natalie Wood durante le riprese di Gioventù bruciata: peccato che lei avesse solo 16 anni. Leggenda vuole che Benicio del Toro e Scarlett Johansson abbiano festeggiato l’Oscar in ascensore, che Johnny Depp e Kate Moss l’abbiano fatto in tutte le stanze. E che Anthony Perkins e Tab Hunter abbiano iniziato la loro storia gay a bordo piscina.

Se Oriana Fallaci definì il Marmont come "l’albergo migliore della città" – e Sophia Loren e Anna Magnani lo hanno frequentato – per altri l’iconico edificio era davvero rifugio e sfogo: Judy Garland vi suonava il piano, Grace Kelly e Bette Davis preparavano i provini, Billy Wilder pur di soggiornarvi si accontentò dell’antibagno delle donne.

Mark Rozzo così definì l’hotel: "È dove le star si nascondono in pieno sole, gli scrittori si isolano per scrivere (o evitare di farlo) e dove gli idoli del pop fanno festa (o dormono dopo averla fatta). È un circolo di quelli che contano, dove si trovano ragazzi cattivi e persone importanti, bohémienne, romanzieri e poco-di-buono, artisti eccezionali e anziane signore". Un trend che negli anni Duemila invertì la rotta: non più segretezza se imperano i "paparazzi di se stessi" come un giornalista definì Britney Spears – che tirò i piatti in faccia a un commensale – e Paris Hilton, Lindsay Lohan – che lasciò un debito di circa 40mila dollari – e Lana Del Rey, che lo ha cantato in un suo brano.

Se il Marmont sia davvero l’"Hotel California" degli Eagles non è certo, di sicuro è un luogo nel quale è accaduto di tutto. Un "Castello sul Tramonto", come lo descrive Shawn Levy nel libro uscito per i 90 anni dell’albergo più pazzo del mondo, "dove potevi fare tutto quello che volevi".

 

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