Giovedì 18 Aprile 2024

Anche le seppie sono capaci di resistere alle tentazioni

Il test del marshmallow valuta la capacità di resistere a una tentazione per ottenere qualcosa di meglio in un secondo momento: le seppie lo hanno superato

Un esemplare di seppia

Un esemplare di seppia

Nonostante la loro intelligenza sia ormai un fatto scientifico acclarato, i cefalopodi (per intenderci: seppie, calamari e polpi) non smettono di stupire. Uno studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Proceedings of the Royal Society B. documenta per la prima volta l'elasticità mentale delle seppie di fronte al celebre test del marshmallow, che valuta l'autocontrollo nei bambini.

Che cos'è il test del marshmallow

Il test del marshmallow, o test della gratificazione differita, è un esperimento inventato negli anni Sessanta dallo psicologo Walter Mischel, allora docente dell'Università di Stanford. In sintesi, funziona così: un bambino dai tre ai sei anni rimane da solo in una stanza con un marshmallow davanti a sé; se resiste 15 minuti senza mangiarlo, riceverà in premio un marshmallow aggiuntivo. La prova misura la capacità di autodisciplinarsi e di resistere a una tentazione, in funzione di una gratificazione più grande che arriverà in un secondo momento. A distanza di anni, Mischel mise in relazione i risultati dei test del marshmallow con i successi avuti dai bambini in età adulta, ipotizzando che l'autocontrollo fosse, fin dalla tenera età, una delle chiavi per raggiungere traguardi importanti nella vita

La pazienza delle seppie

Nel loro studio, i ricercatori dell'Università di Cambridge hanno rivisitato il test del marshmallow per mettere sotto esame delle seppie comuni (Sepia officinalis). Senza entrare troppo nei dettagli, il team ha allestito una vasca con due spuntini: uno meno gradito (un pezzo di gambero crudo), ma di pronto consumo; un altro più succulento (un gambero vivo), ma accessibile solo dopo avere atteso del tempo e rinunciato contestualmente al primo pasto. "Le seppie si sono dimostrate tutte in grado di aspettare la migliore ricompensa", ha spiegato l'ecologa Alexandra Schnell, "pazientando fino a 50-130 secondi, al pari di quanto osservabile nei vertebrati dal cervello voluminoso come scimpanzé, corvi e pappagalli".

Autocontrollo ed evoluzione

Se è vero che l'autocontrollo delle seppie denota delle capacità cognitive per nulla banali (rinunciare a qualcosa subito per ottenere di più dopo), rimane da capire che cosa ci sia dietro questo tipo di comportamento. In specie come pappagalli, primati e corvidi, la gratificazione ritardata è stata messa in relazione ad esempio con la necessità di pianificare l'uso di rudimentali strumenti da lavoro o con particolari competenze sociali, come assicurarsi che tutti i membri del branco riescano ad avere la propria razione. Le seppie tuttavia non fanno uso di attrezzi, né sono animali particolarmente sociali, in quanto trascorrono la maggior parte della loro giornata mimetizzandosi. "Interrompono il camuffamento solo quando devono nutrirsi, ma questo le espone ai predatori degli oceani", ha puntualizzato Schnell. Da qui l'ipotesi che la gratificazione differita nei cefalopodi sia una risposta evolutiva al bisogno di decidere bene quanto valga la pena rischiare la pelle: "le seppie ottimizzare la strategia di foraggiamento, aspettando di scegliere cibo di migliore qualità", ha concluso la studiosa.

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