di Nicoletta Magnoni
Quando il secolo della ragione volge al termine, Napoleone irrompe in Italia con tutta la sua potenza di conquistatore e nel periferico territorio marchigiano c’è chi oppone il senso della bellezza alla forza delle armi. Quel qualcuno è Monaldo Leopardi, il padre del Genio. Ma il rigido e reazionario Monaldo, quale appare dalle parole del figlio in rivolta, lascia il posto a un inaspettato uomo di mente aperta, padre tenero e giocoso in Potenza e bellezza, l’ultimo lavoro dell’editore-autore Elido Fazi. La figura di Monaldo che il suo libro restituisce è lontana dalla vulgata del severo padre che costringe il figlio allo "studio matto e disperatissimo".
Una doppia personalità?
"Dopo aver letto la sua autobiografia mi sono figurato l’uomo moderno che descrivo nel romanzo, probabilmente il primo cittadino dello stato pontificio a organizzare una campagna di vaccinazione contro il vaiolo, ma anche un padre affettuoso e un marito che si affida alla moglie".
Un pro-vax che crede nella cultura accessibile a tutti, tanto da aprire alla cittadinanza la sua ricchissima biblioteca. Sembra un reazionario riluttante.
"È reazionario rispetto ai seguaci delle nuove dottrine della rivoluzione di Napoleone. Non crede a chi punta tutto sulla potenza, mentre lui punta tutto sulla bellezza. Diciamo che non fa parte del liberal".
È liberal nella sua visione della famiglia: la moglie Adelaide controlla il portafoglio di casa tanto da stabilire la somma disponibile per la biblioteca, mentre lui gioca con i figli e si dedica alla loro educazione. Un’inversione di ruoli?
"Sì, è tutto documentato. Monaldo, da quell’uomo coltissimo che è, si dedica totalmente all’educazione dei figli riscuotendo successo, Giacomo è un genio coltivato dal padre".
Il figlio ha un’iniziale venerazione per il padre, tanto da compiacerlo con poemetti che hanno come modello i lavori del genitore. Eppure, molti anni più tardi, Giacomo scriverà di Monaldo che "non ha mai creduto che noi (figli) fossimo nati a niente di grande". Qual è il punto di rottura?
"Nelle lettere che si scrivono nei primi anni si percepisce un grande affetto tra padre e figlio. La frattura nasce dalla forte delusione di genitore quando Giacomo non accetta di restare a Recanati e diventare il capofamiglia benestante in luoghi che Monaldo ama molto e in cui ritiene ci siano tutte le condizioni per una vita felice. Ma il giovane è un irrequieto, tenta la fuga e nascono da lì i primi screzi. E Giacomo, mano a mano che cresce, rilegge suo padre in chiave diversa".
Ben prima della fuga, Giacomo assapora la vita lontano da Recanati, eppure quando rientra a casa dal collegio scrive: "Il piacere che suo figlio prova a trattenersi con lei può essere compreso solamente da un padre com’ella". Monaldo controverso: è un padre padrone o un padre incompreso?
"È un padre buono che crede nei valori della bellezza e della cultura e li trasmette ai figli. Monaldo è ferito dal fatto che i suoi amatissimi luoghi diventino agli occhi di Giacomo il “borgo selvaggio”. Ma non è certo un tiranno, neppure a casa sua ha un minimo di potere proprio perché crede nella cultura. È simbolico il fatto che apra la sua biblioteca al popolo proprio nel momento in cui Napoleone invade la Russia".
La bellezza che sfida la potenza?
"Esatto, Monaldo non è un uomo di potere".
È un sognatore irresoluto? È significativo che, ventenne, si rechi a Bologna a scegliere la sua potenziale promessa sposa in un minuto, salvo poi cambiare idea in un tempo altrettanto fulmineo.
"Sì, è certamente un irresoluto, ingenuo, naif e anche un po’ pavido".
Anche il “suo” Napoleone lascia trasparire gli aspetti più umani dietro la corazza del condottiero. L’imperatore si scopre fragile e solo, un monito sulla potenza?
"Certo, nel momento in cui Napoleone perde tutta la sua potenza rivela la fragilità".
Lei crede più nella Potenza o nella Bellezza?
"Ho scelto di vivere cercando di produrre cose belle, la potenza dell’editore non esiste. Sono fedele a Keats per il quale “una cosa bella è una gioia per sempre”".
Una gioia potente?
"Sì, la bellezza può essere molto potente".
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