Mazzoli*
Al Festival del giornalismo culturale 2024 andrà in scena una ricerca sulla “prospettiva femminile della lettura“. Nel 2023 avevamo indagato un campione di duemila ragazze e ragazzi di età compresa fra i 14 e 19 anni a cui quest’anno abbiamo aggiunto un approfondimento intervistando un campione di mille ragazze e ragazzi fra i 16 e i 28 anni. I dati e il confronto fra le due ricerche sono stati elaborati e interpretai attraverso la lente di osservazione di genere. Un lavoro che offre un quadro utile per capire le attitudini alla lettura e scrittura delle giovani generazioni con uno sguardo prospettico. Il lavoro è stato condotto dall’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino e da Ipsos.
Cosa abbiamo imparato dal confronto fra le due ricerche e che non avevamo ancora visto? Cosa ha prodotto l’approfondimento fatto? Abbiamo imparato che c’è un approccio femminile ai media; c’è un approccio femminile alla lettura; le giovani donne leggono in modalità maggiormente assorta; le ragazze scelgono cosa leggere in modo più autonomo rispetto ai ragazzi. A queste osservazioni vanno aggiunti due aspetti che paiono particolarmente interessanti per la questione lettura e genere: le giovani donne leggono, scrivono ma pubblicano meno dei giovani uomini e che le ragazze sono più aperte ai contenuti internazionali.
Alcuni dettagli e qualche dato che possono essere utili per comprendere il fenomeno della lettura fra i giovanissimi e i giovani. Il 48% delle ragazze ama leggere contro il 37% dei ragazzi. Anche per la lettura della messaggistica le ragazze hanno comportamenti diversi dai ragazzi. Lo fa il 58% delle ragazze contro il 42% dei ragazzi. Il 51% delle ragazze legge post sui social mentre i ragazzi li leggono meno, il 42%, e per concludere questo quadro vorrei sottolineare che il 15% delle ragazze legge fanfiction contro il 7% dei ragazzi.
Ancora, anche se forse era intuibile, le ragazze leggono di più su carta rispetto ai ragazzi ma quello che ha maggiormente colpito chi ha condotto la ricerca è che questa differenza è particolarmente significativa: 40% i ragazzi, 60% le ragazze. Un gap notevole come evidenzia Claudia D’Ippolito di Ipsos con la quale ho lavorato alla ricerca. Comunque le ragazze sono lettrici più avide di testi non solo su carta ma anche su digitale, Sono anche più autonome nella scelta di cosa leggere e leggono in più spazi e contesti come in viaggio e la sera. Possiamo definirle nomadi della lettura.
C’è ancora un dato che voglio evidenziare. Chi legge? Chi scrive? Chi pubblica? I ragazzi e le ragazze scrivono senza grande differenza fra loro ma un numero inferiore di ragazze pubblica ciò che scrive rispetto ai ragazzi. Come se fossero meno sicure o temano maggiormente le critiche. Argomento da approfondire sicuramente per capire meglio l’attività del leggere e sviluppare politiche di sviluppo della lettura.
C’è poi il tema che riguarda lettura ed emozioni. Forse era scontato ma non certo, le ragazze mostrano motivazioni di tipo emotivo nelle scelte e nell’attività del leggere. Non leggono per dovere, come dicono di fare i ragazzi, ma per scelte personali o sentimentali. Questo, a mio parere, è uno spaccato interessante che vale la pena di discutere con studiosi ed esperti che saranno ospiti al Festival. Assieme a me e Claudia D’Ippolito ci saranno Giovanni Solimine importante studioso di libri, lettura e biblioteche, Matteo Cavezzali scrittore e saggista, Beatrice Eleuteri attrice e lettrice professionista.
Una fotografia più estesa dei comportamenti della Generazione Z rispetto alla lettura ma più ampiamente all’informazione culturale, ai ruoli delle donne nel giornalismo, sarà fatta durante il Festival. Quello che mi preme di più è porre l’attenzione su queste generazioni che non solo leggono ma, come abbiamo visto, scrivono e pubblicano e l’informazione culturale non può trascurare questi comportamenti per guardare alla formazione culturale di oggi e di domani.
* Co-direttrice del Festival di giornalismo culturale di Urbino