Simona Baldanzi torna con un romanzo che mette insieme tutti i suoi temi forti: innanzitutto il lavoro, poi il legame con la terra, il suo Mugello, infine lo spazio umano e familiare delle relazioni. Sono passati oltre quindici anni dal bell’esordio con Figlia di una vestaglia blu (Fazi) e dopo varie prove, compiute in più direzioni, in particolare nel racconto di intensi cammini fra luoghi pregni di storia, come Barbiana o Monte Sole, ecco un romanzo che mette in filigrana una storia familiare attraverso più generazioni.
Simona Baldanzi riesce a intrecciare la precarietà del lavoro, l’alienazione del consumismo (al centro della vicenda c’è l’outlet di Barberino) e la tensione verso forme variabili di ribellione, dalle più classiche (volantinaggi, scioperi, picchetti) alle più fantasiose ideate e messe in atto da personaggi eccentrici e bambini.
Se tornano le rane è soprattutto una storia di donne; donne che paiono passarsi il testimone lungo una vicenda di lotte, passioni, trasformazioni che la piccola Camilla indaga a ritroso, risalendo l’albero genealogico della sua famiglia. Sullo sfondo, la solidità degli affetti a compensare le incertezze quotidiane; la non rassegnazione come cifra emotiva di fronte alle avversità. E il Mugello che continua a offrire storie, personaggi, idee.
Lorenzo Guadagnucci
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro