Scoperta la sinagoga di Maria Maddalena

Gli scavi nell’antica Magdala portano alla luce un secondo tempio. Era la base degli zeloti, che predicavano la ribellione ai romani

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di Aristide Malnati

La Terra Santa non cessa mai di stupire e rivela senza sosta importanti tesori, tessere preziose nella ricostruzione, tra l’altro, dell’epoca storica in cui avvenne l’operato di Nostro Signore. È notizia di questi giorni che a Migdal (l’antica Magdala), in Galilea sulla sponda occidentale del Lago di Tiberiade (Israele), è stata rinvenuta un’imponente sinagoga, centro nevralgico per la preghiera e la pratica della religione ebraica; e che questa struttura, che è stata scavata nel corso degli ultimi mesi, fu all’apice della propria importanza proprio durante il periodo della vita terrena di Gesù e sarebbe stata strettamente connessa alle funzioni religiose dei sacerdoti del secondo tempio di Gerusalemme, voluto da Re Erode il grande a partire dal 19 a. C.

Le informazioni raccolte dagli archeologi, guidati dalla professoressa Dina Avshalom-Gorni dell’Università di Haifa, consentono di ricostruire la vita dei fedeli ebrei dell’epoca, in particolare di quelli più oltranzisti (gli zeloti), di cui Migdal fu evidentemente base logistica.

Proprio nel centro di preghiera appena trovato, ma anche in una sinagoga più piccola non distante (Migdal aveva due sinagoghe e da questo se ne può arguire l’importanza religiosa e politica), si svolgevano importanti riunioni, dove si preparavano azioni di guerriglia contro l’occupante romano. E allora si capisce come mai Roma avesse schierato una legione nelle vicinanze e facesse periodici controlli (ce lo rivela il materiale trovato) sulle attività dei rabbini della sinagoga, particolarmente legati agli zeloti.

Migdal è poi la città d’origine di Maria Maddalena ed è per questo che la nuova scoperta si lega alla storia di Gesù.

Sappiamo dalle fonti (soprattutto dai Vangeli apocrifi) che Maria Maddalena prima di seguire Nostro Signore nella diffusione della lieta Novella, aderendo pienamente ai suoi intenti ecumenici fondati sull’amore, ebbe una forte simpatia per la causa degli zeloti, i quali invece propugnavano l’opposizione violenta alla politica romana in Giudea e in Galilea e aspettavano un Messia che liberasse il popolo ebraico dal giogo dell’Urbe caput mundi. Possiamo allora immaginare con verosimiglianza che la giovane Maria Maddalena si sia recata più volte in questa sinagoga partecipando oltre che alla celebrazione dei riti ebraici alle riunioni di giovani ribelli pronti a tutto.

La sinagoga appena riportata alla luce mostra la sua centralità nell’ebraismo dell’epoca anche dalla sua conformazione sontuosa: è di basalto e gesso, e comprende una sala principale e due stanze laterali, adibite a preghiere e soprattutto a riunioni, su temi evidentemente teologici ma anche politici; è stata trovata anche una panchina in pietra particolarmente maestosa, probabilmente destinata al rabbino che coordinava questi incontri tra devozione e ribellione.

A sorreggere il tetto erano sei pilastri in granito, con finiture in prezioso marmo bianco (di cui sono stati rinvenuti frammenti oltre alle basi di due di esse). Le pareti erano ricoperte di intonaco e decorate con colori vivaci a evidenziarne la particolare cura architettonica. Una piccola stanza all’estremità sud della sala principale aveva uno scaffale che, a giudizio degli archeologi, potrebbe essere stato usato per conservare i rotoli della Torah (la Bibbia ebraica): una sorta di nicchia consacrata per le pergamene sacre.

Un edificio sontuoso ricco di elementi che permettono di ricostruire la storia del giudaismo del I secolo dopo Cristo e delle sue relazioni con la predicazione terrena di Gesù.

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