Venerdì 19 Aprile 2024

Scherza coi fanti Se la pandemia sposta la messa

Giovanni

Morandi

È un debole dei ministri avventurarsi nei Vangeli. Successe anni fa al senatore Mancino e si è ripetuto ora al ministro Boccia, che da buon cristiano come si è definito, ha scomodato Gesù bambino per giustificare i divieti per il covid.

È successo quando in maniera leggermente rozza ha detto che se la Messa di mezzanotte venisse anticipata di un paio di ore non sarebbe poi un’eresia. Opinione plausibile tant’è che già l’anno scorso in Vaticano la messa della Notte Santa cominciò alle 22. Ma il clamore è nato sul modo con cui ha espresso il concetto: "Gesù bambino può nascere anche due ore prima...".

Per sedare il frastuono c’è voluta la parola ecumenica della Chiesa che ha ricordato che la data attesa dai cristiani è solo una convenzione basata sulle congiunzioni astrali del solstizio perché in verità nessuno sa quando sia nato il bambinello. Accadde qualcosa del genere, si diceva, nel 1996 con l’allora presidente del Senato Nicola Mancino, quando in modo avventato, non si sa se per convinzione o per un lapsus, disse che i re magi erano quattro. Esplosero polemiche a non finire e illustri biblisti si divisero come al solito tra favorevoli e contrari.

Qualcuno si spinse fino a dire che forse erano dodici. Alla fine Martino tentò di chiuderla lì sostenendo che era vero che a Betlemme si presentarono in tre ma più tardi arrivò anche un quarto, il meno noto Meth, che si era dilungato nel viaggio. La versione è confermata da altre fonti ma Mancino tralasciò di dire che non fu un ritardo di qualche giorno ma di alcuni decenni, quando Meth incontrò Gesù già adulto. E comunque anche lì la Chiesa fu generosa e, laconica, ricordò che il Vangelo non precisa quanti fossero i magi e non lancia appelli del tipo chi l’ha visto?

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