Mercoledì 24 Aprile 2024

Scene da un patrimonio, Italia & nostalgia: c’eravamo tanto fotografati

Nasce la raccolta online delle vecchie foto private che ricostruiscono la memoria e l’emozione di un Paese. Dalla processione al souvenir di viaggio, al calcetto: immagini e anche Super8 intimi e collettivi

#Scenedaunpatrimonio è il progetto dell’ICCD

#Scenedaunpatrimonio è il progetto dell’ICCD

Roma, 6 giugno 2020 - «Abbi cura dei tuoi ricordi perché non puoi viverli di nuovo». Quanto sono semplici e vere le parole di Bob Dylan. Pensiamo alle foto di tanti anni fa, che per generazioni venivano custodite negli album di famiglia, e ai vecchi filmini in super 8: il giorno della prima comunione, la formazione di ragazzotti con ciuffi e divise vintage immortalati al centro di un campetto di calcio. O la gita a Venezia, con mamma e papà in posa davanti alle gondole e il sorriso da incorniciare per esporlo sul mobile di salotto. Esiste qualcuno che ha deciso di rivalutare questo patrimonio, dando vita a un archivio pubblico e condiviso in continua evoluzione, dove i ricordi personali costruiscono una memoria collettiva fatta di luoghi, piazze, monumenti, opere d’arte, grandi e piccole città, centri e periferie, ma anche di momenti di condivisione sociale e culturale come le processioni, le gite fuori porta, il made in Italy, le partite di pallone.

Si tratta di Scene da un patrimonio, portale ideato e realizzato dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (https://scenedaunpatrimonio.beniculturali.it/), appendice del ministero per i Beni culturali. «Abbiamo deciso di muoverci attraverso campagne di raccolta tematiche, alle quale tutti possono contribuire caricando le fotografie sul portale – spiega il direttore dell’Istituto, Carlo Birozzi –. Quelle già avviate sono “Souvenir”, ovvero le classiche foto scattate davanti a un monumento, “Devozione”, le processioni in tutte le epoche, “Una piazza a…”, e “Il Paese nel pallone”, un ritratto del mondo del calcio, anche amatoriale, in cui emergono la comunità, la celebrazione di un rito laico e i diversi paesaggi». «L’obiettivo? Capire il tipo di rapporto che hanno instaurato gli italiani con il nostro patrimonio culturale nelle diverse epoche – sottolinea Birozzi –. Ma il portale serve anche per ricordarci il valore dei luoghi in cui facciamo le foto. Ci sono aspetti del quotidiano, la dimensione sociale, un campetto da calcio ritagliato in un giardinetto pubblico, una processione in periferia, la vita nelle famiglie, ovvero tutto ciò che rappresenta il nostro patrimonio immateriale, che vogliamo valorizzare».

Un viaggio nella memoria degli italiani, disponibile per tutti, che racconta i cambiamenti per cui è passata la società. Cosa sarebbe il nostro passato senza l’ausilio di foto e filmini... Prove tangibili di quanto sia realmente accaduto, rettangoli capaci di far rivivere attimi ed emozioni. Banale? Tutt’altro, nell’epoca dei selfie. Anni in cui la norma è ammassare migliaia di immagini in computer e cellulari, trascurando di stamparle, con il fondato rischio di perderle per sempre. «Tra le prossime raccolte ci saranno quelle dedicate all’edilizia rurale e all’Italia vista dall’alto – conclude il direttore dell’Istituto di documentazione – . È la prima volta che chiediamo contributi fotografici alla gente comune. Anche con scatti imprecisi, sfocati, con difetti tecnici: ciò che conta è la carica emotiva. #Scenedaunpatrimonio è un progetto che cataloga le nostre immagini private per riconoscere il loro valore di patrimonio. Chiunque può aiutare a fare la storia, basta accedere al sito dell’ICCD e caricare la propria foto su questo nuovo archivio pubblico. Qui la valorizzazione culturale non rimane circoscritta alla componente materiale, ma arriva a includere l’aspetto immateriale: il ricordo e la piattaforma virtuale. Lo scopo è quello di trovare un approccio alternativo per la valorizzazione del nostro patrimonio. Invece di puntare su un una narrazione ufficiale, viene scelto un punto di vista diverso: l’esperienza personale».

Un analogo esperimento è in corso anche sul fonte delle immagini in movimento amatoriali. Trentamila pellicole originali e inedite, in formato ridotto tra Super8, 8mm, 16mm e 9,5mm, girate tra gli anni Venti e gli Ottanta del Novecento danno vita a Home Movies, il primo archivio consacrato ai filmini fatti in casa dagli italiani. Adesso questo tesoro, tutto digitalizzato, viene proposto al pubblico attraverso una piattaforma dedicata, Memoryscapes ( https://homemovies.it/memoryscapes/). Le prime due serie messe in Rete al momento sono alimentate da oltre mille clip. La prima si intitola “Lungo la via Emilia”ed è ambientata, va da sé, in Emilia-Romagna; la seconda si chiama “Cartoline Italiane”, un caleidoscopio di racconti di vita che spaziano dalla corsa delle Mille Miglia al Giro d’Italia passando attraverso i racconti di vita quotidiana: filmini teneri e pieni di vita vera che raccontano di primi passi, vacanze al mare e candeline soffiate. «Abbi cura dei tuoi ricordi perché non puoi viverli di nuovo»: così il poeta della musica scolpisce la consapevolezza di quanto sia facile dimenticare. Talvolta irrimediabilmente: chi potrebbe essere d’aiuto nel rimettere insieme quelle schegge vita magari non è più su questa terra. E, nell’impossibilità di tornare indietro nel tempo, a chi rivolgersi, se non agli album deputati a custodirli, i nostri ricordi? 

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