Mercoledì 24 Aprile 2024

Scatta il Rush dei Maneskin Un tour che sfida il mondo

Ieri sera a Torino il primo bagno di folla: una risposta ai dubbi di oltreoceano. I brani dall’ultimo album, i cavalli di battaglia e la cover di “Amandoti“ dei Cccp

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di Andrea Spinelli

"E questa è la band che dovrebbe salvare il rock and roll?" si è chiesta provocatoriamente la rivista The Atlantic davanti al fiato corto di Rush!, l’album calato ieri sera dai Måneskin tra le gradinate in deliquio del PalaOlimpico di Torino nel tentativo di dimostrare coi fatti, almeno davanti al pubblico italiano, che dall’altra parte dell’oceano si sbagliano. Di grosso. Ma la domanda del magazine si respira comunque nell’aria riarsa di cori di questo Loud Kids Tour Gets Louder atteso pure a Bologna il 16 e 17 marzo, Firenze il 20 e 21 marzo, Milano il 3, 4, 6 aprile, con ulteriore replica il 5 maggio, nell’attesa di proseguire con cinque concerti negli stadi, compreso San Siro il 24 e 25 luglio. Quattordici dei 23 pezzi in scaletta – ma prima dei saluti definitivi c’è pure un reprise di I wanna be your slave pogato sottopalco in ossequio alla parola d’ordine “chi non salta è uno str**zo” – vengono da Rush!

Pure dal vivo, però, l’album prodotto da Max Martin e Fabrizio Ferraguzzo rimane debole, caratterizzato da un suono "unidimensionale", come l’ha definito un’altra voce dissonante a stelle e strisce quale la webzine Pitchfork, che finisce col massificare un po’ l’esibizione, imperniata su stili, cliché (la chitarra suonata coi denti da Raggi in The loneliest, ad esempio) di un rock d’impronta anni Settanta.

Sette miliardi di streaming, raggiunti grazie al successo planetario di Zitti e buoni e della cover di Beggin rappresentano un risultato al di là di ogni immaginazione, ma ai quattro glamourissimi avventurieri di via del Corso conviene non fare più errori se vogliono continuare a frequentare il Tonight Show di Jimmy Fallon o mega festival come il Lollapalooza e Coachella.

Ma in Italia a Victoria De Angelis, Thomas Raggi, Ethan Torchio e Damiano David “last edition”, coi capelli rasati, basta comparire in silhouette dietro a un sipario rosso fuoco sciabolato dai riflettori con l’amplificazione imballata dal riff di Don’t wanna sleep per scatenare il pandemonio. Il diluvio di luci rovesciato su Supermodel, La fine e I wanna be your slave le fiamme infernali scatenate che accompagnano una rabbiosa Gasoline col pensiero all’Ucraina in guerra sono alcuni dei momenti cardine dello show.

Non mancano momenti più riflessivi come Coraline, ma anche Torna a casa e la cover di Amandoti dei Cccp, eseguite sul palco B tra le braccia protese dei fan. Visto che confermarsi è sempre più difficile che emergere, ora arriva il difficile. Anzi, è già arrivato. In Italia sono fuori dalla Top 10 dopo un mese, mentre il singolo più alto in classifica, The loneliest, è al 52º posto e la Gossip proposta a Sanremo con ospite Tom Morello alla chitarra addirittura al 66º. E se qualcuno non vuol sentir parlare di difficoltà, possiamo sempre chiamarle Pippo.

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