Le pagelle della seconda serata di Sanremo: alternative, ironiche e dissacranti

Colapesce Dimartino, Paola&Chiara e Tananai i top, LdA e Shari fra i flop

Le pagelle della seconda serata del Festival di Sanremo hanno incoronato Colapesce Dimartino, Paola&Chiara e Tananai. Dopo le pagelle della prima serata, ecco quelle della seconda. Si tratta di giudizi come sempre ironici, ca va sans dire. Una serata non particolarmente ricca di colpi di scena.

Paola&Chiara
Paola&Chiara

Will "Stupido": voto Carino e coccoloso. La canzone entra in testa, lui nonostante sia in un total white in stile "il carretto passava e quell'uomo gridava gelati" è fresco, allegro, sorridente. E' il nostro pinguino di Madagascar e noi gli vogliamo già un po' bene. Modà "Lasciami": voto  A guardare le nuvole sul tappeto di fragole. Lì i Modà starebbero benissimo. Qui no. Sono fuori tempo, fuori contesto, dovrebbero essere anche fuori dall'Ariston. Tanto anche da lì si sentirebbe Kekko (mi raccomando, tre k) urlare con una "eeeee" così spalancata da inventare una nuova vocale. Sethu "Cause perse": voto Il cero di Lourdes ha funzionato. Bella canzone, performance energica, estremamente rock. Inaspettatamente rock. Sethu - mi perdonerà, ma a me viene sempre in mente di aggiungere "Se noi, se lei fra noi" quando lo nomino - ha portato una ventata di energia fresca sul palco. Massimo Ranieri-Al Bano-Gianni Morandi: voto Ma che je voi dì? La sala stampa esplode con loro, loro ci prendono tutti, ci sollevano e ci portano verso l'empireo. Dove solo i grandi possono stare. Grazie a chi si è inventato questo trio, grazie al cielo abbiamo potuto ascoltarlo. Grazie ma proprio di tutto. Perché questi tre sono dei fenomeni e l'Italia del 2023 aveva davvero bisogno di sentirli insieme.  Articolo 31 "Un bel viaggio": voto Non è un film. L'intro ricorda "La ragazza dal cuore di latta" di Irama, poi diventa come "Non è un film". E dio quanto ci piace. Per chi come me è cresciuto con loro, gli Articolo 31 sono casa. E, ragazzi, grazie per averci fatto tornare a casa. Lazza "Cenere": voto Chiringuito in Salento. Chiudete gli occhi. Immaginate luglio (agosto troppo casino, raga), tramonto sul mare del Salento. Un drink (analcolico mi raccomando) e questa canzone in sottofondo. Ma chi vi sposta? Giorgia "Parole dette male": voto "E poi". Nel senso che mentre la ascolti ti chiedi "sì, ma e poi?". Giorgia non si discute, se ama. E pure di brutto. Si ama questo scricciolo tutto voce e talento. Però per spaccare di nuovo le serve una canzone molto più forte. Francesca Fagnani: voto No non Belva, ma Brava. Bella in abiti che non la castigano, ma che anzi la valorizzano. Fa un monologo profondo e intelligente, portando sul palco di Sanremo il proprio lavoro. Si dimostra arguta, pronta e mai in imbarazzo. Eppure lei non è mai stata al Festival di Sanremo. Ma, si sa, lo stile non lo si impara. Lo si ha. E Francesca Fagnani ne ha a pacchi. Insieme a cervello e cuore. E una coscienza. Quella di dover trasmettere un messaggio al pubblico che la guarda. Mica è da tutti. Drusilla Foer: voto Comunque fa sempre la differenza. Meno incisiva dello scorso anno, ma fa sempre la differenza con garbo, eleganza e senza urlare. La scenografia: voto 10. Come sempre Gaetano e Maria Chiara Castelli hanno fatto il miracolo di far sembrare il Teatro Ariston il centro del mondo. Un palco decisamente emozoonante, una scenografia essenziale ma suggestiva. 

Colapesce Dimartino "Splash": voto Saranno virali. E' un mix fra Carmen Consoli e "Musica leggerissima" e quindi un brano fantastico. Non fischiettate anche voi "Ma che mare? Ma che mare?"?. No? Aspettate un paio di giorni e ve la ritroverete in testa che batte e non esce. Renga & Nek: voto Il tempo non è un optional. Sul palco di piazza Colombo durante il collegamento fanno solo caciara. Una caciara bella, per carità. Ma se andassero a tempo sarebbe più bello. Shari "Egoista": voto Bocca mia taci. Lei arriva che sembra vestita da Wilma dei Flintstones, poi inizia a cantare e non riesce a suscitarmi niente. Credo che questo basti. Black Eyed Pes: voto No no no, don't phunk with my heart. Dove diamine avete messo Fergie. Fatemi vedere Fergie e nessuno si farà male. Ma stiamo scherzano? Sì, si balla ok. Ma che è sta trashata? Io voglio Fergie che mi spettina dallo schermone della sala stampa. Io voglio i suoi acuti che spaccano i bicchieri fino all'Emilia Romagna. Dai su. Rifacciamo con Fergie?

Madame "Il bene nel male": voto Oooh vedi che non era difficile. Finalmente si capisce ogni parola del testo. Ci abbiamo impiegato qualche anno, ma ci siamo arrivati. Al mio paese si direbbe che Madame è "tagliata giù col forcione", cioè non è particolarmente affettata e raffinata. E questo ci piace. Così come la sua canzone. Molto da Eurovision.

Fedez: voto Freestyle. Finalmente fa il rapper. Quello vero. Non è un freestyle perché lo aveva già preparato, tanto che subito dopo è stato pubblicato il video del "freestyle" sul profilo Instagram di Fedez. Però ha il pregio di scuotere un po' una serata che non è stata movimentata come ci si aspettava.

Levante "Vivo": voto Apperò. Claudia, allora io te lo volevo dire da tanto tempo. Sto biondo arancizzato non mi entusiasmo. "Echissenefrega" dirai tu. Giusto. Però le pagelle sono le mie e decido io le considerazioni da fare. E considero che il tuo giallo arancizzato mi infastidisce. Chiusa la parentesi, spacchi eccome.

Tananai "Tango": voto Abissale. Mi schiero: lo amo. Cioè lui insieme a Colapesce Dimartino e Marco Mengoni - però Marco è proprio il guru della vita - è uno che in questa edizione fa la differenza. E Tananai ha un brano che fa davvero la differenza. La differenza che passa dall'essere adorabilmente cazzaro con "Sesso occasionale" a irrimediabilmente romanticone con "Tango".

Rosa Chemical "Made in Italy": voto Balcanica. Fa casino sul palco e questo ci piace. Fa casino, ma prova a comunicare qualcosa e questo ci piace ancora di più.

LdA "Se poi domani": voto Ed Sheeran del Rione Sanità. Ce n'era bisogno? No non ci pensate. Ve lo dico io: no. Assolutamente no. Nel 2023 no, ma forse neanche nel 1993. Piuttosto avrei preferito "A chi mi dice" dei Blue mandata su schermo nero e solo audio. Vi prego, qualcuno lo salvi.

Paola&Chiara "Furore": voto "Siete voi la mia felicità". Furooore, furooooreee. Ragazzi, sono tornate. Regine indiscusse del trash anni Novanta portato al 2023. La voce non è più quella di una volta, per carità. Ma lo show c'è e si vede. Ballerini, glitter, movimenti sinuosi: ma di cosa parliamo? Ma spostatevi tutti: arrivano le Queen.

Angelo Duro: voto Per l'amor del cielo. Una quantità di parolacce inutile e infinita. Il pubblico sghignazza sulla parola "Puttane" pronunciata innumerevoli volte e la mia speranza è che si tratti di risate registrate. Perché non fa davvero ridere. Però su una cosa ha ragione: fare un'esibizione del genere all'una meno dieci è uno spreco di tempo. E non sto parlando di soldi. Ma proprio di tempo. Forse non capisco io la sua comicità. Però, ripeto, le pagelle sono mie e le considerazioni le faccio io: è durato persino troppo. Il tempo giusto? Un paio di secondi, giusto per dire nome e cognome.

Il vuoto lasciato da Beppe Vessicchio: voto Incolmabile. Beppe dove seiiii? So che sei a Sanremo, ma tu non sei sul palco. Non sentiamo "dirige il maestro Beppe Vessicchio". Capisci che trauma quest'anno? Ma tu sei davvero convinto di non voler passare le prossime tre serate in sala stampa insieme a me? Dai Beppe, vieni a divertirti con noi. La stampa ti adora, adoraci anche tu.