8,5 come spalla di Fiore, 6,5 come direttore artistico. Aveva ragione Ibra, 22 erano sufficienti. In ogni caso, c’è sempre comunque e dovunque: un Amadeus ex machina.
Fiorello: 8
Ha trasformato l’Ariston in un villaggio Valtur, con parrucche, barzellette, vestiti improbabili. Ce l’avrà fatta a rivitalizzarci di buonumore? Se sono Rosari fioriranno.
Elodie: 8
Canta (meglio di tanti altri), balla (meglio di quasi tutti) e riesce a tenere un bel discorso senza cadere nella retorica. Una showgirl già matura.
Ibra: 7
Celentaneggia oltre misura, purtroppo non nel canto. Diventa umano solo quando racconta del fortunoso sbarco in moto all’Ariston, dimostrando una forte fIbra.
Matilda De Angelis: 6
Canta meglio di come recita. Il monologo sui baci fa rimpiangere i cartigli da cioccolatino di Federico Moccia. Tu vuo’ fa’ l’americana.
Achille Lauro: 6
Filosofeggia impunito impastando parole a caso come certe sibille che vaticinano nel fumo. Il tallone del Festival.
Vittoria Ceretti: 4
Ce la mette tutta e alla fine ci riesce: conferma lo stereotipo della top model di cristallo impermeabile alle emozioni. Canta che ti passerella.
Laura Pausini: 8
Fresca reduce di una clamorosa vittoria al Golden Globe, non se la tira come certe altre (vedi a fianco). Scherza, canta, si commuove. Laura c’è.