"Scusate... scusate... scusate". Blanco ha scelto di devastare il palco, Gianluca Grignani ha alzato la mano e ha chiesto di fermare la musica. "A cinquant'anni ho imparato come si fa, a 20 non lo avrei saputo. Mi sono fatto abbassare troppo la voce dall'ottimo fonico di palco e non la sento più in cuffia - ha spiegato sul palco della terza serata del Festival di Sanremo Gianluca Grignani -. A cinquant'anni ho imparato come si fa, se c'è un problema ci si ferma". E così ecco che si riparte: orchestra pronta, ognuno al proprio posto e Gianluca Grignani ricomincia a cantare "Quando ti manca il fiato". E il riferimento di quel "a 20 non lo avrei saputo" non può che essere proprio a Blanco.
Un segno di maturità prima di tutto rispetto al Gianluca Grignani del passato, che probabilmente si sarebbe irritato anche se non certo come il giovane cantante bresciano, e poi nei confronti del pubblico. Gianluca Grignani soffre particolarmente il palco, lo ha ammesso lui stesso più volte. Ma ama il proprio pubblico. E anche i musicisti con i quali lavora. Ecco quindi questo gesto colmo di rispetto: sul palco, soprattutto un palco così delicato come è quello del Festival di Sanremo, un problema tecnico può accadere. La differenza la fa il modo di affrontarelo. C'è chi come Blanco prende a calci tutto e chi, come Gianluca Grignani - il maestro come l'ha definito qualche giovane cantante di Sanremo 2023 - alza la mano, chiede di fermare la musica e ricomincia a cantare. E lo fa pure bene.
A fine esibizione altri due gesti: Grignani si è voltato di spalle mostrando la scritta "No war" sulla camicia e ha poi regalato le rose al pubblico. Rose regalate, non calciate. Già, la differenza di stile.