Drusilla Foer: dalla Dandini a Sanremo. Storia e segreti di un alter ego

Cantante oltre che battutista, indiscussa icona di stile. Se proprio occorre rinchiuderla in un mondo, allora forse quello a lei più affine è il pianeta delle drag queen

Sanremo, 12 gennaio 2022 - “Ah, direttore vuole che faccia io la valletta a Sanremo? Ah,  le piace l’idea di una valletta un po’ agée... non gentile, da parte sua, comunque audace“. Rinchiusa dentro l’armadio dalla crudele domestica Ornella, Drusilla Foer postava sui suoi social  l’anno scorso il video-sketch  in cui rispondeva alla (immaginaria) chiamata di Raiuno per l’impresa all’Ariston.

“No, non è un problema scendere la scalinata: alla mia età il problema è salirle, le scale. E chi è che lo  presenta, quest’anno? Di nuovo lui? Quello vestito da croupier? No, mi piace moltissimo, è gentile, garbato, non è invadente come quell’altro... Perché? C’è anche lui? Talentuoso eh, per carità, ma a me quel tipo di esuberanza fa molto disordine. E chi c’è in gara? Anche lei? Perché? E’ ancora viva? Ma sì via, accetto, d’altronde la valletta a Sanremo si fa per allegria. Chiedo solo un camerino con due finestre e senza fiori, mi raccomando: detesto i fiori recisi. Per gli abiti non si preoccupi, porterò qualcosa da casa... No no, direttore, non mi dica che sono snob, che mi offende. A me molto spesso l’ordinario diverte“.

Da ieri lo sketch è diventato realtà: Drusilla affiancherà per davvero i vestiti da croupier di Amadeus sul palco del Festival di Sanremo, al via il primo febbraio. La Foer sarà protagonista della terza serata, quella di giovedì, secondo la liturgia la serata dedicata ai duetti.

Amadeus l’ha chiamata tra le co-conduttrici, una per sera, a calcare le tavole dell’Ariston dopo Ornella Muti e Lorena Cesarini, e prima di Maria Chiara Giannetta e Sabrina Ferilli.  Ieri sera, subito dopo l’annuncio dell’ingaggio, è stato il nome di Drusilla quello a schizzare in testa ai trend di Twitter, con tanti messaggi di entusiasmo perché scegliendo lei i vertici Rai hanno dato prova di voler lanciare  se non una “rivoluzione“ – come pure è stato scritto – quantomeno un “messaggio di inclusività“: “Non abbiamo avuto il Ddl Zan – è uno dei Tweet riportati dall’Ansa – ma almeno abbiamo Drusilla Foer a Sanremo“.

Chi è Drusilla Foer

Lanciata in tv da Serena Dandini nel 2012, nel varietà de La7 “The Show Must Go Off“, la nobildonna toscana dai capelli d’argento, dalla vita avventurosissima e dalle battute gelidamente tranchant è nata già attempata ma solo pochi anni fa come “alter ego“ dell’attore fiorentino Gianluca Gori, classe 1967.

Sul piccolo schermo è stata giudice di “Stra Factor“, su Sky, con Elio e Jake La Furia nel 2018, poi la partner insofferente di Piero Chiambretti (Retequattro) a “Cr-La Repubblica delle Donne“; al cinema è comparsa nel film di Ozpetek “Magnifica presenza“.

Cantante oltreché battutista e icona di stile, attivissima a teatro – il suo vero habitat – ha portato in scena con successo nelle ultime stagioni, Covid permettendo, i recital “Eleganzissima“ e “Venere nemica“, mentre ha dato da poco (ottobre scorso) alle stampe anche un’autobiografia, per Mondadori, dal titolo “Tu non conosci la vergogna“. E dove “troverete – scrive Drusilla nelle note di presentazione – una nonna spregiudicata, le notti di fuoco a New York, un amante affettatore di prosciutti, una prozia sonnambula e libertina, una tigre per amica, il teatro, la musica e l’amore. Una vita randagia, emozionata e combattuta. Una vita non male. Una caccia al tesoro a cui ho giocato con tutto il coraggio che mi è stato possibile. Ve la restituisco senza vergogna, con l’intenzione di divertire o di ispirare, contando su un tenero perdono per la tonalità presuntuosa di questa speranza, tipica di un’anziana signora forse un po’ vanesia“.

Vanesia, sì. Ma soprattutto ironica, autoironica e di ineccepibile buongusto: le doti  che contraddistinguono da sempre la divina Drusilla stridono non poco in queste ore con la curiosità, i proclami  e il clamore suscitati dal suo ingaggio sanremese.

Molti si chiedono come definirla: Guidi è sempre stato molto chiaro, ha sempre parlato di lei come di – appunto – un suo alter ego. Un’invenzione forse più artistica che politica (anche se non bisogna mai sottovalutare la portata politica degli atti artistici) incollocabile in mezzo alle convenzioni più solide che fluide, o alle convenzioni tout court. Se proprio occorre rinchiuderla in un mondo, allora forse quello a lei più affine è il mondo – libero, solidale  e giocoso – delle drag queen, ormai sempre più presente, seppure con una decina d’anni di ritardo rispetto agli Usa, anche nella programmazione tv generalista, vedi la drag cuoca Peperita concorrente in parrucca nell’ultimo “Bake Off“ di Real Time, o sempre su Real Time la prima edizione della versione italiana di “Rupaul’s Drag Race“, la cui trasmissione è partita in chiaro  domenica scorsa.

A proposito di Rupaul: gira in queste ore online, in onore di Drusilla,  il video della sua partecipazione a Sanremo, anno di grazia (e di Pippo Baudo) 1994: la madre di tutte le Drag Queen arrivò sul palco dell’Ariston per duettare – ovviamente in lipsynch – con Elton John la hit “Don’t Go Breaking My Heart“. Per definirlo/a, il Pippo nazionale non trovò di meglio che le parole “personaggio particolare“, “personaggio inquietante“ e per poi salutarlo/a con un “certo: la vita è strana“. Lo era nel ’94, continua ad essere strana la vita anche adesso: chi l’avrebbe mai detto che a Sanremo ci sarebbe stata una valletta agée?