Sanremo 2021: ascolti, il flop Auditel? "È psicanalitico"

Ascolti in picchiata: nessuno fa autocritica su lunghezza o cast. Ma il direttore di Raiuno cita Freud

Amadeus e Noemi (Ansa)

Amadeus e Noemi (Ansa)

Comunque vada sarà un insuccesso. È il Festival di San-tremo. I dati di ascolto della seconda serata sono impietosi: 10,1 milioni pari al 41% per la prima parte, quasi 4 (45,7%) per la seconda. Totale: 7,6 milioni e il 41%. Confronto spietato con l’anno scorso, rispetto al quale ha perso più di dieci punti di share, e 2 milioni di spettatori.

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Per capirne le ragioni ci vorrebbe un anatomopatologo. Ci dobbiamo invece accontentare delle spiegazioni di Stefano Coletta, direttore di Raiuno, il quale in un’immaginifica arringa difensiva evoca l’immagine di "un fiore cresciuto nel deserto" e invoca lo spirito di Sigmund Freud (il quale, ne siamo certi, non ascoltava i Ricchi e Poveri) e il suo "sentimento del perturbante", insomma ciò che capita quando vedi qualcosa di familiare sotto una luce nuova (insomma l’Ariston senza spettatori). Amadeus invece (qui il video) si addentra nella sociologia profonda: "La gente a casa è arrabbiata, e quando sei arrabbiato non hai voglia di andare a una festa" (forse bisognava pensarci prima e allestire un rosario, allora sai che risate).

Ulteriore alibi: le partite, "che hanno sottratto almeno 4 punti di share". Infine, la stagione: "A marzo i festival sono sempre andati male". E per forza: cominciava la primavera, le giornate si allungavano, la gente sciamava per ristoranti, bar, spiagge lacustri e marine.

Ma adesso, adesso che la gente è ingabbiata in casa, perché non guarda il Festival? Le opinioni sono molte. Può essere che dopo un anno le persone si siano stufate di guardare la tv e siano passate a forsennate partite di Monopoli e Risiko, può darsi che preferiscano le serie americane, può darsi che l’atmosfera forzatamente ilare dia effettivamente sui nervi a qualcuno ("ma che c’avranno da ride?"), può darsi che la licenza di esibirsi eccezionalmente concessa a Sanremo ma non a tutti gli altri spettacoli abbia reso la banda di Amadeus antipatica.

Oppure più semplicemente può darsi che cinque ore di spettacolo a tratti bolso e ripetitivo (a nostra conoscenza, solo il Mahabharata dura di più) pure infarcito di nomi di artisti bravissimi ma sicuramente sconosciuti alla maggioranza, abbia fiaccato le residue resistenze cerebrali. Non facciamola tanto lunga.

 

 

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