Sanremo 2023: Mengoni e Ultimo in cerca di nuovi Brividi. Ed è subito Festival

La gara al via dopo le prove all’Ariston, con i due cantautori superstar. Performance teatrale per Elodie, Levante scatenata, Grignani intenso

Dopo la prova generale quell’etichetta di favorito cucitagli addosso dai preascolti della colonna sonora di questo 73° Sanremo rimane ben attaccata sulla camicia (di Versace) con cui Marco Mengoni s’è presentato all’Ariston per il lavoro di rifinitura della performance che domani sera lo vede in gara a 10 anni di distanza dai trionfi de L’essenziale. "Siamo i soli svegli in tutto l’universo e non conosco ancora bene il tuo deserto", canta l’idolo di Ronciglione nella luce bianca dei 15 riflettori puntati che ha addosso mentre le tessiture orchestrali prendono la platea per mano trasportandola in quei mondi lontanissimi che baluginano oltre la cupola ideata dagli scenografi Gaetano e Maria Chiara Castelli trasformandola ora in un osservatorio celeste ora nella prora di un’astronave in viaggio verso l’ignoto. Ogni tanto la cupola precipita sulla scena come in un romanzo di Ken Follett puntando i suoi fasci luminosi su Giorgia, Coma_Cose, Tananai o lo stesso Mengoni.

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Marco Mengoni a Sanremo
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La grande volta tecnologica con le sue evoluzioni ha comportato la modifica dell’Ariston come mai era capitato prima, spingendo le postazioni dell’orchestra fino a metà sala con la conseguente rimozione di metà platea e un aumento dell’effetto studio tv. Anna Oxa, a cui domani sera tocca il compito di aprire la gara, ha provato per ultima, cappello nero, sguardo basso, mani in tasca, ha cantato per tutto il tempo dando contemporaneamente istruzioni al fonico. Meno a proprio agio nella discesa dei fatidici sette gradini della scenografia due absolute beginners come Mara Sattei e Shari, protagoniste rispettivamente con Duemilaminuti ed Egoista di due tra i momenti meno esaltanti della maratona, cinque ore con soli venti minuti d’intervallo che la dicono lunga su quello che aspetta i telespettatori nelle serate di giovedì, venerdì e sabato quando saranno tutti e 28 i Big ad andare in scena.

Un bel viaggio degli Articolo 31 è un pezzo debole, ma la narrazione scenica dell’amicizia persa e ritrovata, con tanto di abbraccio finale, funziona. Pure quello di Gianluca Grignani è un gran momento di verità capace di andare oltre le sbavature di un’interpretazione non proprio ineccepibile: giusta o sbagliata che sia, quella che ti sta raccontando è la sua vita. E lo senti. Pure Ariete, figura esile, adolescenziale, con Mare di guai verso dopo verso ti trascina nel suo mondo. E se anche i Coma_Cose portano sul palco dell’Ariston uno spaccato di vita, quella di un amore perduto e ripreso, il loro racconto finisce però col perdersi nell’enfasi melensa degli occhi degli occhi a cinque centimetri dal bacio in diretta.

Nonostante i muscoli dei sei ballerini i canottiera, stentano a prendere il volo Paola e Chiara con Furore, così come i Cugini di Campagna, decisamente trash con le loro zeppe e le loro tastiere a tracolla più o meno ornamentali; lo spessore di quella Lettera 22 scritta da La Rappresentante di Lista avrebbe meritato di più. Giorgia non ha spinto sui registri della sua Parole dette male, ma, col talento che si ritrova, in prova un po’ di souplesse può anche permettersela. Elodie, che ha l’unica direttrice donna sul podio quest’anno, Carolina Bubbico, brilla per presenza e intensità teatrale, meno per il peso specifico con Due in cui racconta un amore "finito male". La più elegante? Probabilmente Madame, sciabolata da luci bianche e rosse mentre cavalca l’onda di una Il bene nel male destinata a portarla lontano, così come farà Vivo con Levante, protagonista di un’altra prestazione muscolosa e maiuscola. All’altezza delle voci che lo danno come altro grande favorito per la vittoria, un sobrio Ultimo (così come è sobrio e vincente Tananai).

Fra i promossi da “Sanremo Giovani” bene pure Sethu, con l’overdose rock di Cause perse (alla chitarra il fratello gemello Giorgio) e gIANMARIA . Rosa Chemical, guanti lunghi di latex neri e grembiulino sadomaso, riafferma con una trasgressione per famiglie il principio del tanto rumore per nulla. In un festival destinato a fare le ore antelucane Mr. Rain trova lo stratagemma di assicurarsi il passaggio in orari ammissibili grazie agli otto bambini che compongono il coro (in playback) della sua Supereroi. In tv, infatti, i minori non possono fare le ore piccole. Fortunati?