Giovedì 18 Aprile 2024

"Zitti e buoni, siamo rocker con sentimento". Il Sanremo dei Maneskin è vera emozione

La giovanissima band romana confessa: "I complimenti più esaltanti? Quelli del pubblico, di Vasco e della nostra città"

I Maneskin: Thomas Raggi e Victoria De Angelis (entrambi 20 anni), Damiano David (22 anni)

I Maneskin: Thomas Raggi e Victoria De Angelis (entrambi 20 anni), Damiano David (22 anni)

L’eyeliner che al momento della proclamazione si scioglie sul volto dei Maneskin, colandogli sulle guance come in una delle messe in scena turpi e maledette di Achille Lauro, è probabilmente il fermo-immagine più intenso con cui Sanremo archivia questo suo 71° Festival. Ma ieri mattina il make-up era tornato al suo posto quando Damiano & Co. sono comparsi sullo schermo per raccontare, in collegamento Zoom, questo momento magico assieme alla coppia Fedez-Michielin (secondi) e a Ermal Meta (terzo).

Cosa significa Maneskin e perché la band si chiama così

"Le lacrime? C’è chi pensa che siamo automi senza sentimenti e invece siamo umani; umani che si sono resi conto d’aver fatto qualcosa d’importante" hanno spiegato i Maneskin che dedicano la vittoria "al nostro team, diventato la nostra famiglia".

Una rivincita sul mancato trionfo a X Factor nel 2017?

"Una reazione, non una rivincita. Quel secondo posto l’avevamo già superato il giorno dopo".

Dicevate di aver puntato su un pezzo anti-Sanremo. E invece…

"Avevamo scelto Zitti e buoni perché rappresenta bene il nostro suono attuale; anticonvenzionale sì, ma anche molto legato alla nostra identità. Abbiamo assorbito entusiasmo e l’abbiamo restituito, siamo esterrefatti dalla reazione suscitata nel pubblico".

I complimenti più esaltanti?

"Vasco che dice di tifare per noi perché siamo il nuovo rock italiano è piuttosto beatificante".

Voi siete romani: pure la sindaca Raggi s’è felicitata in un post.

"Ci fa un piacere immenso il feedback della nostra città. D’altronde abbiamo iniziato suonando per i passanti di Via del Corso".

A proposito, avete riempito le strade italiane di vostri manifesti.

"Saranno piaciuti alle persone a passeggio. E sicuramente male non ci hanno fatto".

E ora?

"Il 19 marzo esce il nostro nuovo album Teatro d’ira – Vol. I, mentre il 14 e il 18 dicembre suoniamo i nostri due primi concerti nei palazzetti a Roma e Milano. Sperando, naturalmente, che la situazione sanitaria lo consenta".

Francesca Michielin ed Ermal Meta, voi ci siete già stati, adesso l’Eurovision toccherà ai Maneskin: che consiglio date loro?

Michielin: "È un momento di pura follia, in cui si condivide musica con artisti di ogni estazione; un’esperienza di cui fare tesoro".

Meta: "Andate lì, spaccate tutto, e riportate l’Eurovision in Italia".

Fedez e Michielin, in scena c’era molta emozione fra voi.

Michielin: "È stato un po’ come chiedere alla ragazzina che mi porto dentro di diventare una donna. E a Federico ho chiesto di non mostrare la nostra forza, ma la nostra fragilità".

Fedez: "Credo di non aver mai provato sul palco un miscuglio di emozioni tanto contrastanti come m’è successo all’Ariston. Senza Francesca sarei svenuto. È stata la mia roccia".

Fedez c’è chi ha avuto da ridire sull’invito rivolto da sua moglie ai follower di votare Chiamami per nome.

Fedez: "Mi hanno sempre insegnato che la moglie sostiene il marito. E il fatto che Chiara Ferragni sia mia moglie, la reputo solo una fortuna".

 

 

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