Sanremo 2020, Laura Chimenti: "Mezzobusto e mamma: sul palco per le mie figlie"

Il volto del tg: "Abituata alle telecamere, ma qui è un’altra cosa"

Laura Chimenti a Sanremo (Ansa)

Laura Chimenti a Sanremo (Ansa)

Sanremo, 6 febbraio 2020 - Dopo Diletta Leotta e Rula Jebreal, ieri è stata la serata delle giornaliste del Tg1.

Laura Chimenti che cos’ha provato a scendere le scale del teatro Ariston?

"Sono abituata alle telecamere, ma presentare il festival di Sanremo è un’altra cosa. Ho fatto tre cambi d’abito di Fendi e Sylvio Giardina".

Da mezzobusto a conduttrice del festival. Qualcuno ha criticato questo nuovo ruolo?

"Quello di quest’anno è il festival delle donne. Credo sia una novità per i suoi 70 anni, per rivoluzionare i canoni, perché ognuna di noi ha caratteristiche diverse a livello professionale. Per quanto mi riguarda, è stato un modo per svelare una parte di me più personale che non mi è permesso al Tg1. Per me ed Emma è stata un’occasione per farci conoscere per ciò che siamo".

Come si è trovata ad affrontare le polemiche non da giornalista, ma in prima persona?

"Quella di Amadeus è stata una gaffe, nient’altro. E poi basta, ci sono problemi più importanti... pensiamo al coronavirus".

Rula ha invocato un passo avanti. E, nella prima serata, si è commossa e ha fatto commuovere con un monologo choc sul suicidio della madre. Si è emozionata?

"Di più: mi ha colpita dritta al cuore. Come donna e come madre di tre figlie, cui dedico il mio Festival. Credo sia importante che ognuna di noi si racconti sul palco dell’Ariston".

Diletta Leotta, invece, ha parlato di bellezza. Essere definita ‘bellissima’ è un complimento o sminuisce la sua professionalità?

"Se ci sono bellezza, capacità ed eleganza si fa bingo".

Che legame ha con Sanremo? Ha una canzone o un cantante del cuore?

"Tanti. I miei preferiti? Luis Miguel, Al Bano e Romina, i Ricchi e Poveri. E poi Eros Ramazzotti e la sua Terra promessa".

Junior Cally e il testo sessista: giusta o no la sua partecipazione?

"La violenza sulle donne va sempre condannata. Però sappiamo che, spesso, gli artisti proprio perché sono artisti, riescono a capovolgere gli schemi precedenti".

R.C.