Sabato 13 Aprile 2024

Benigni stupisce Sanremo. "Bibbia batte Beatles"

Arriva il comico per il monologo più atteso. Qualche battuta, poi l’esegesi e la recitazione della "canzone più bella del mondo"

Roberto Benigni a Sanremo (Ansa)

epa08198788 Academy award winner Italian actor Roberto Benigni upon his arrival at the Ariston theatreto attend the 70th Sanremo Italian Song Festival, Sanremo, Italy, 06 February 2020. The festival runs from 04 to 08 February. EPA/RICCARDO ANTIMIANI

Sanremo, 7 febbraio 2020 - La Rai ha fatto Benigni a chiamare l'attore-regista toscano a Sanremo 2020? Mah. Chi si aspettava una sparatoria di battute sarà andato deluso, ma d’altronde il premio Oscar ormai da tempo ha sterzato le proprie esibizioni dall’irriverente umorismo dei tempi antichi alla paludata istituzionalizzazione tendente al sermone enfatico. 

Vi ricordate il Benigni che gaiamente elencava a pieni polmoni i vari nomi con cui si può chiamare il sesso femminile? Fu scandalo, ma fece anche molto ridere. E quando inseguì Pippo Baudo per tutto il palco fino a quando riuscì ad afferrarne le parti basse o, come ha detto ieri sera, "i soliti ignoti"? 

Dopo l’Oscar tutto è cambiato: investito dell’aura di rappresentante internazionale del genio italiano, ha imboccato una strada ben più seriosa, prima con l’esegesi della Divina Commedia, poi della Costituzione, infine persino dell’Inno di Mameli, ultimo Sanremo pervenuto, 2011. Intanto la quota di umorismo andava riducendosi sempre più, a percentuali da Italia Viva.

E ieri sera? Ieri sera Benigni ha evitato quasi del tutto la parte umoristica, limitandosi a qualche blanda battuta. Dopo l’entrata a cavallo di nove anni fa, stavolta ha preferito fare il suo ingresso all’Ariston a capo di un’autentica banda per finire abbracciato da Amadeus nel foyer. 

Riferendosi alla famosa edizione in cui toccò le parti basse di Pippo Baudo ha proposto ad Amadeus: "Se vuoi rifacciamo la scena, questa è la serata delle cover, no?". "Ho condotto il festival nel 1980, quest’anno è il settantesimo anniversario, allora era il trentesimo. Sanremo ha raggiunto quota 100: può andare in pensione. Allora vinse Toto Cutugno, però la votazione era un po’ così. Oggi invece si può votare via internet, via telefono, e da quest’anno anche via citofono. Venite qui in piazza Matteotti, suonate e dite 'Mi hanno detto che qui c’è gente che canta'". 

Benigni, per introdurre la sua esibizione ha curiosamente ripetuto lo stesso concetto che Fiorello aveva esplicitato poche ore prima: "Ho presentato Sanremo ma il mio sogno è sempre stato cantare. Avevo mandato una canzone ma la giuria non la capì e la scartò: era l’inno del corpo sciolto. I Sanremo li ho visti tutti, potrei affrontare un quiz. In terza media entrai e cantai alla ragazza che mi piaceva la canzone di Pino Donaggio Io che non vivo senza te, fui espulso".  E ancora: "Rosanna Fratello cantava 'Ho sette fratelli (in realtà diceva quattro, ndr)', bisognava stare non uno ma due passi indietro".

Ed ecco, la sezione comicità è stata presto archiviata. Benigni con un lunghissimo preambolo ha spiegato di aver cercato la canzone più bella da portare a Sanremo, che poi sarebbe il Cantico dei Cantici contenuto nella Bibbia. Una canzone mai rappresentata, "come se avessimo Yesterday dei Beatles e non l’avesse mai eseguita nessuno".

Si è anche dilungato a spiegare il senso, persino l’esegesi delle singole parole, del brano biblico. "La sua presenza nella Bibbia è veramente strana, perché ci sono corpi nudi frementi, baci, erotismo, qualcuno si deve essere distratto. Io sarei per fare di più all’amore, anche questa sera qui all’Ariston, dovrebbe farlo anche l’orchestra diretta da Peppe Vessicchio e come va va, sarebbe una serata bellissima". Pochi minuti per la lettura di un breve estratto del Cantico, e l’esibizione di Benigni è finita. Certi miti andrebbero maneggiati con cura. 

 

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