Sanremo 2020. Festival (e il resto scompare)

Passo indietro della politica

E alla fine, il passo indietro l’ha fatto la politica. ’’Musica (e il resto scompare)’’ canterebbe Elettra Lamborghini. Sembra un miracolo, quasi quanto 15 milioni di telespettatori ad ascoltare un testo biblico. In questi 5 giorni di Festival sembrano spariti capitani, capitoni, stellati, dimaiani e antidimaiani. Ma pure il Pd, al di là di un’interrogazione sui dirigenti Rai in trasferta di massa, non è pervenuto. Si segnala giusto un attivissimo Filippo Sensi, in arte Nomfup, ex portavoce del Renzi 40 per cento, che ha twittato compulsivamente. Ma sul Bugo-gate, non sugli psicodrammi a sinistra.

Pure Roberto Benigni, a parte la citofonata di Salvini, anziché graffiare ha preferito parlare d’amore, col Cantico dei Cantici. E dire che, come ricorda la 'Bibbia' del Festival (Il Festival di Sanremo, 70 anni di storia, canzoni, cantanti e serate) dello storico e autore tv bolognese Eddy Anselmi, Benigni nel 1980 di politica parlò eccome. Addirittura abbinando le canzoni in gara ai partiti. La Dc divenne Solo noi, il Pci Gelosia, i Radicali Voglio l’erba voglio. Oggi c’è giusto Junior Cally che dice No grazie a Salvini e Renzi con la strofa "Spero si capisca che odio il razzista... E pure il liberista di centrosinistra che perde partite e rifonda il partito".

Per il resto, musica (e il resto scompare). Lo voleva Amadeus che, a parte l’inciampo iniziale, ha fatto di tutto per 'pacificare' il festival. Dal bacio tra Fiorello e Ferro dopo la lite via Twitter, alla nottata in giro per Sanremo a caccia di Bugo, alle canzoni che parlano di mamme, padri, nipoti. Un festival buonista? Forse. Di sicuro, nessuno si sarebbe immaginato un rocker rivoluzionario come Piero Pelù passare da El Diablo a cantare il nipotino di Gigante. Un po’ come portare Marylin Manson dal Papa. Ma visto che Sorrentino in The New Pope è riuscito nell’impresa, tutto è possibile. Dimentichiamoci, quindi, il 2019 con i tweet di Salvini e Di Maio in competizione anche su Sanremo (il primo pro-Ultimo, il secondo pro-Cristicchi). O il 2010 con l’allora segretario Pd Bersani al Dopofestival ("Un modo per avvicinare il Pd alla gente", disse). Il vincitore di Sanremo si dice che anticipi il 'sentimento' che c’è nel Paese.

Se guardiamo a Diodato, un 38enne timido che unisce tutti vincendo Festival, premio della critica e sala Lucio Dalla, c’è una speranza. Per il prossimo festival citofonate Amadeus. Per il prossimo governo pure: Ama-bis

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