Venerdì 19 Aprile 2024

Sanremo rock Uragano all’Ariston Tornano i Maneskin Il Festival sta zitto e buono

Da questo palco ai trionfi Usa, la band romana in due anni ha conquistato il mondo. E ieri sera, con Tom Morello, il premio a una carriera fulminante

di Piero Degli Antoni

Le note sono sette, sì, sì, ma sette miliardi. Almeno, quella di Amadeus all’Ariston. Ieri sera abbiamo percorso il cammino di Santiago del Festival: 28 canzoni una dietro l’altra (quasi), dalle 9 alle 2 di notte, una corsa di resistenza nella quale i più deboli venivano abbattuti per strada. Per fortuna ci ha assistito lo spirito, non santo, ma quello di Gianni Morandi che, in apertura, ha annunciato: "Presento io, se no quello comincia a snocciolare tutti i numeri, milioni di spettatori, milioni di follower..." Che dire? Brividi in sala per l’esibizione di Gianluca Grignani il quale, a brano avviato, invece di spaccare tutto come si fa di solito in questi casi, ha alzato le mani per fermare l’orchestra: "Avevo detto al fonico di abbassare la voce, ma così non si sente. Colpa mia. A vent’anni non avrei saputo cosa fare, ma a 50 sì". Grande applauso che si è ripetuto, anche più robusto, alla fine di un’esibizione che dire energica sarebbe riduttivo. Tolta la giacca, ha mostrato la scritta sulla camicia (i tatuaggi sono passati di moda) “No war“. Sarà un caso, ma Grignani ha fatto guadagnare un sacco di punti al FantaSanremo. Ne ha persi 50 perché si è interrotto, però poi ha recuperato con questi atteggiamenti: mostrato un indumento pacifista, è andato via senza prendere i fiori, ha lanciato i fiori al pubblico, e via così.

Poco dopo sui social si è scatenato il giallo: Grignani ha bestemmiato? Lo scandalo sarebbe avvenuto nel momento in cui, tornato in scena, ha preso il mazzo di fiori da Amadeus (video rilanciato da Striscia). Si può ascoltare cento volte, il dubbio rimane. Lui ha prontamente smentito: "Non so chi si è inventato questa cosa, ho detto “porto via“ prendendo i fiori". Le notizie folli si inseguono. A metà serata è anche arrivato il sussurro che, dietro le quinte, Anna Oxa e Madame si fossero tirate addosso uno o più bicchieri d’acqua. La notizia, come direbbe Mark Twain, pare lievemente esagerata. Ma, a differenza di Muzio Scevola, non ci mettiamo la mano sul fuoco.

Quando è arrivata Paola Egonu pensavamo di meravigliarci per l’altezza (1,93, in pratica due Gianni Morandi) invece ha stupito tutti per l’elegante disinvoltura con cui si è inserita in un contesto sconosciuto e difficilissimo. Tananai ha intonato "Tornerò lunedì": forse non gli avevano spiegato che la finale è domani mentre Lazza si è esibito nella più classica delle rappresentazioni italiane: i ringraziamenti alla mamma a cui ha consegnato il rituale mazzo di fiori.

Fermi tutti, sul palco sono arrivati i Maneskin: il rock, di cui nelle 28 canzoni in gara non c’è traccia, non ha bussato alla porta ma l’ha sfondata e si è impadronito del Festival, con la complicità di Tom Morello, chitarrista dei Rage Against the Machine. La platea, fino a quel momento abbastanza ingessata, si è scatenata, forse anche in virtù dell’esibizione del pregevole busto nudo di Damiano e del bikini-babydoll di Victoria. E poi via, nella notte a fari spenti.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro