Mercoledì 24 Aprile 2024

Sanremo gran finale “Due vite“, due trionfi Mengoni dritto alla meta Il Festival è tutto suo

Il grande favorito incoronato nella notte di Paoli, Vanoni e del ricordo di Dalla. All’Ariston anche il rock dei Depeche Mode. E il bacio-choc di Rosa e Fedez

di Piero Degli Antoni

Il vincitore del 73° Festival è Marco Mengoni con Due vite. Seguono Lazza, Mr. Rain, Ultimo, Tananai. E così è finito anche questo Sanremo. San Gianni (non Sangiovanni che è un’altra cosa) Morandi ha soffiato su questa edizione: da creta che era è diventato creatura vivente. Anche ieri sera ha interpretato uno splendido omaggio a Lucio Dalla – che il 4 marzo avrebbe compiuto 80 anni – con Piazza Grande, Futura e Caruso. Se Morandi in serata con l’omaggio a Dalla ci aveva sollevati nell’empireo, ci ha pensato, subito dopo, Elodie a riportarci su terreni più concreti grazie alla sobria mise con cui si è presentata. Inguainata in quello che non sapremmo definire – calze che arrivano alle spalle, metà tuta da mimo, rete da pesca – insomma una gran bella cosa. Torniamo alla serata. Sentivamo la mancanza di Chiara Ferragni – o forse no. La sua apparizione è sembrata, a prima vista, l’interpretazione della bandiera ucraina, forse un omaggio al testo di Zelensky: giallo e blu. A un esame più attento è stato invece accertato che si trattava di un corpetto pare metallizzato (potrebbe pure essere d’oro, visto quello che guadagna) che riproduceva il suo seno (è una mania) a cui era agganciato un telo da mare di colore azzurro. Vabbè.

Non poteva mancare la rituale (e anche un po’ frusta) gag sull’Instagram di Amadeus che ieri sera ha raggiunto 1,4 milioni di follower, con gli inevitabili complimenti della Ferragni e la finta invidia di Morandi quando Ama ha minacciato di sorpassarlo (Gianni ne ha 1,6). Arriva Giorgia, brava bravissima, peccato per il vestito ricavato dagli scampoli dei vestiti dei Cugini di campagna. Siccome la serata è troppo breve, alle 21,57 ci si ferma per ascoltare i Depeche Mode che, va bene, sono sempre i Depeche Mode, ma non potevamo ascoltarli un’altra volta? Invece no, eccoli lì con Ghost Again e Personal Jesus, anche loro in quota nostalgia canaglia. Ma forse Amadeus li ha invitati solo perché, quando faceva il dj – come ha raccontato – sognava un giorno di annunciarli. Uso personale del mezzo tv. Prima di quella di Ornella Vanoni, da incorniciare l’ospitata di Gino Paoli (88 anni) che con qualche comprensibile incertezza ha intonato Una lunga storia d’amore, Sapore di sale e Il cielo in una stanza. Ma il bello è venuto quando, insolitamente loquace, ha raccontato vari aneddoti: "Ai tempi della Rca lui (Morandi) aveva 15-16 anni, mi veniva sempre dietro, per imparare... ma cosa c... volevi imparare?". "... c’era anche Little Tony, e quando è tornato a casa ha scoperto che la sua donna si era fatta due suoi amici". In Gino veritas.

Ma il meglio doveva venire: durante l’esibizione, Rosa Chemical è sceso in platea, si è seduto su Fedez e ha mimato, senza troppa approssimazione, un rapporto sessuale, poi l’ha baciato, nella totale remissione del suo occasionale compagno che ha saputo soltanto sorridere imbarazzato. Come quelli a cui cadono i pantaloni per strada e non sanno che fare.

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