Sanremo 2018, svelata la scenografia. Un trionfo di bianco e luce

L'ideatrice Emanuela Trixie Zitkowsky: "Gli elementi architettonici rappresentano un agglomerato urbano, una città del futuro"

Claudio Baglioni sul palco del Festival di Sanremo 2018 (Ansa)

Claudio Baglioni sul palco del Festival di Sanremo 2018 (Ansa)

Sanremo, 28 gennaio 2018 - Conto alla rovescia per l'inizio di Sanremo 2018, in programma dal 6 al 10 febbraio. Così dopo direttore artistico, conduttori, cantanti e brani in gara, ora viene svelata la scenografia "pensata come un auditorium, è concepita prospetticamente per espandersi nel Teatro Ariston". A presentarla è la sua stessa ideatrice Emanuela Trixie Zitkowsky che ha deciso di puntare sull'incontro tra luce, immagine e architettura per accogliere i 1.273 spettatori che siederanno in sala. "Maglie larghe in acciaio - quasi vie - costruiscono un legame con l'esterno attraverso percorsi di luce. Il bianco trionfa: purezza dell'arte", spiega infatti la scenografa.

"La musica al suo interno, proprio grazie a queste maglie di legami, esce all'esterno traendo ispirazione e motivo di esistere - prosegue -. Gli elementi architettonici donano volumi di scena a rappresentare un agglomerato urbano, una città del futuro. Attraverso due spirali video che si innalzano e si elevano in torsione elicoidale per aiutare la musica ad innalzarsi verso nuovi orizzonti. Gli archi acustici trovano verticalità per aiutare i suoni a diventare universali". 

La scenografia del Festival di Sanremo 2018 (Ansa)

"Mille metri quadrati di video e di luce - prosegue la scenografa - trasformano il tempio immacolato in una tavolozza dai mille colori. Un sipario progettato in quattro lame scende e preserva gli spazi preannunciando nuove visioni attraverso le sue 4.870 lampadine a goccia che richiamano il passato ma custodiscono nel nucleo nuove tecnologie proiettate nel futuro. Nel cuore della scena un fiore strutturale chiude la prospettiva a simbolo della purezza di tutte le arti e sboccia aprendo i suoi petali di luce svelando il suo interno: cuore pulsante che diviene introduzione all'ascolto della musica (la scala). Il fiore luminoso si diffonde verso l'alto fino ad arrivare nella bianca platea occupando il boccascena e sovrastando il pubblico". 

L'idea è quella di "un volumetrico pentagramma". "Il palco nero specchio è sostenuto come una lamina da elementi scultorei elicoidali che appoggiano come fossero spartiti pronti a divulgare suoni infiniti - aggiunge Zitkowsky -. Due scale laterali come petali di fiore aperti abbracciano e introducono l'orchestra bianca disposta su due piattaforme che diffondono le note in questo auditorium del futuro dove la musica è protagonista. Come in una moderna architettura dove i canoni vengono sovvertiti e l'orizzontale diviene verticale la scenografia interpreta il passaggio, le vie e l'infinito delle variazioni musicali alla ricerca dell'assoluto".

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