Martedì 23 Aprile 2024

Sandro Penna, il poeta più irregolare del ’900 Solitudine e grandezza di un cercatore di bellezza

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Un poeta che racconta un poeta: la sua solitudine, i suoi malanni, i suoi amori furiosi e spesso infelici per ragazzi che sempre gli sfuggivano, ma anche la sua grandezza, il suo garbo speciale nel cogliere e rappresentare la bellezza. Torna dopo quasi quarant’anni Nel dolce rumore della vita, la memorabile biografia di Sandro Penna scritta da Elio Pecora, ripubblicata da Neri Pozza (la prima edizione Frassinelli è del 1984). Pecora conobbe da vicino Sandro Penna: toccò a lui scoprire il cadavere del poeta, morto nel suo letto nella casa romana, quasi una tana, rifugio di un uomo proverbialmente povero e altrettanto proverbialmente malato. Una vita difficile, quella di Penna: un’infanzia segnata dall’abbandono (la madre se ne andò di casa) e dalla scoperta della propria omosessualità; poi una vita adulta da eterno irregolare.

"La poesia di Penna – scrive Pecora, che ha attinto a documenti e testimonianze di prima mano – nasceva dalla vita e da quel che quotidianamente la vita dava al sensitivo, all’uomo che non smetteva di promettersi gioia". Ebbe per amici alcuni grandi nomi della nostra letteratura, da Eugenio Montale a Elsa Morante e Pier Paolo Pasolini (con lui nella foto); morì in solitudine. Sulla sua tomba al cimitero di Prima Porta si leggono questi suoi versi: “Nostalgia della vita in me riaffiora e fa triste la tomba che mi onora”.

Lorenzo Guadagnucci

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