Martedì 23 Aprile 2024

San Valentino, i baci hanno fatto la storia

Quello di Francesca da Rimini rappresenta la passione per eccellenza: tra letteratura e arte, è narrato in oLtre duemila opere

Il bacio tra Paolo e Francesca da Rimini

Il bacio tra Paolo e Francesca da Rimini

Roma, 12 febbraio 2020 - Se San Valentino da Terni è il protettore degli innamorati, la patrona indiscussa degli innamorati appassionati, di quelli che non s’accontentano di passeggiare mano nella mano e in un bacio focoso dimenticano il mondo, è Francesca da Rimini, il cui bacio è, senza dubbio, il più celebre della storia. San Valentino, vissuto nel III secolo d.C., famoso grazie ai benedettini che dal Medioevo ne hanno diffuso il culto soprattutto nel mondo anglosassone, oggi è la gioia, oltre che di tanti innamorati, soprattutto di chi l’ha trasformato in un business. Anche se, in verità, il motivo che sostiene il suo mito è blando: secondo la tradizione, donando una dote a una povera fanciulla, ne avrebbe permesso le nozze salvandola dalla perdizione. Certo, è stato celebrato da Shakespeare nell’Amleto con i vaneggiamenti di Ofelia: "Sarà domani San Valentino, ci leveremo di buon mattino, alla finestra tua busserò, la Valentina tua diventerò". Ma è davvero poco in confronto alla miriade di grandi artisti che hanno fatto del bacio di Francesca un mito senza uguali, narrato, tra Otto e Novecento, in più di duemila opere letterarie, pittoriche, scultoree, musicali e cinematografiche, spesso veri e propri capolavori. Basti ricordare Pellico, Byron, Tchaikovsky, Rodin, D’Annunzio e Zandonai.

Di fronte al suo primo bacio "tutto tremante" nella commedia che trionfa da sette secoli, i trecento anni dello scoccar di labbra di Giulietta e Romeo, i poco più di cent’anni dei bagliori amorosi di Klimt e del triste abbraccio all’alpina di Hayez sono davvero poca cosa. Le evoluzioni plastiche a suon di labbra di Eros e Psiche, anche se sulla scena amorosa da millenni, non sono neppure in concorso: troppo colte e raffinate. E quelle di Ginevra e Lancillotto non sarebbero così celebri senza il libro "galeotto" del V canto. Per quanto fascinosi, neanche quelli cult in Casablanca di Humphrey Bogart e Ingrid Bergman o nella commovente antologia di Cinema Paradiso, possono competere con l’esplosione di passione dell’eroina riminese. Non solo per fascino e per durata, ma per valore. I baci di questo o quel personaggio propongono infatti un singolo momento ideale, quel bacio. Il bacio di Francesca, nella sua serie di declinazioni senza eguali, è la passione per eccellenza, l’icona indiscussa e universale del più praticato gesto d’amore dell’umanità.

Cari innamorati, baciatevi pure appassionatamente all’insegna della mitica Francesca. Ma attenti a non invocare la patrona sbagliata! Non confondete "Francesca da Polenta" con "Francesca da Rimini". La prima, all’Inferno per scontare le sue colpe, è e resta una peccatrice per il Poeta e per tutti i commentatori. La seconda, apparsa nel 1795 con la prima opera solo a lei dedicata, pur con le radici in Dante e in Boccaccio, è figlia dell’Illuminismo, della Rivoluzione e del Romanticismo. Non peccatrice ma vittima innocente di inganni e di violenze, emblema di bellezza, libertà e coraggio: fedele oltre la vita all’uomo che le avevano fatto credere suo sposo, s’è lanciata nell’eternità con un bacio. Un bacio legittimo, appassionato, rivoluzionario. Immortale.

*Autore del libro 'Francesca da Rimini, storia di un mito', Maggioli editore, 2019  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro