Domenica 15 Settembre 2024
EVA DESIDERIO
Magazine

Salvatore. Ferragamo. La sua storia la sua arte

"Amo i piedi, e i piedi mi parlano", diceva Salvatore Ferragamo a ogni prova coi suoi famosi clienti, quando li toccava, li sfiorava, ne valutava la forma ma anche l’anima perché a lui quei piedi, quasi sempre celeberrimi, raccontavano pezzi di vita, sentimenti. Non paia strana questa affermazione oggi in un mondo fatto di un lusso finto e inutile, perché il ’Calzolaio delle stelle’ credeva nel suo lavoro di creativo e artigiano metteva sempre regole di anatomia e buona postura. Ora, a questa sua intuizione il Museo Ferragamo a Firenze dedica una mostra, la 35esima dalla prima a Palazzo Strozzi del 1985, che si intitola proprio ’Salvatore Ferragamo. 1898-1960’, le date della nascita a Bonito in Irpinia e della morte prematura a Firenze, che racconta l’uomo, l’artista, il genio, il pensatore, l’avveniristico interprete e pioniere del Made in Italy, nato povero e diventato grande e famoso prima in America ad Hollywood e poi in Italia.

"Questa è una mostra molto speciale per ampiezza, profondità e bellezza – racconta Leonardo Ferragamo presidente della maison che ha sede in Palazzo Feroni Spini a Firenze – e oggi sono felice e orgoglioso. Dobbiamo tutto a due donne uniche come mia madre Wanda e mia sorella Fiamma che hanno avuto la visione culturale dell’archivio e del Museo". E gli occhi del presidente incrociano Stefania Ricci, storica dell’arte e del costume, che dirige il Museo dalla fondazione nel 1995 e che ha creato l’archivio di documenti e prodotti e ideato l’esposizione che apre oggi e resterà aperta fino al 4 novembre 2024.

"Salvatore Ferragamo è stato un antesignano della sostenibilità, ha usato materiali poveri e inediti, dalla carta delle caramelle alla paglia, dalla pelle di rospo alla pelliccia di foca, dal leopardo marino alla canapa – racconta Stefania Ricci – e la sua storia è autentica anche perché ha guardato più alla sostanza che all’effimero e di qui la solidità di questo marchio".

Interessantissima la stanza dei brevetti, 369 in tutto, e poi la scarpa d’oro vero capolavoro che si rifà all’oreficeria del Rinascimento Fiorentino. Il governatore della Toscana Eugenio Giani si è complimentato con la famiglia Ferragamo per la qualità della mostra che ha visitato con interesse e che ha detto idealmente a Salvatore un "grazie per aver scelto Firenze come città ideale". Giovanna Gentile Ferragamo ha ringraziato con affetto Stefania Ricci per la "ricerca continua e approfondita che ci ha fatto conoscere nostro padre nel suo vivere e nella persona".

"Ferragamo credeva nella metempsicosi – dice la storica Elvira Valleri che ha studiato la biblioteca privata con testi di medicina alternativa e di meditazione – e per un uomo che aveva frequentato le scuole solo fino alla terza elementare non è poco. Ma in America si era laureato per corrispondenza in chimica e ingegneria della calzatura". La mostra si apre con la visione della ’Battaglia di San Romano’ di Paolo Uccello, sulla base di pavimento a scacchi bianco e nero che Ferragamo aveva nel suo primo negozio di via dei Fossi su cui poggiano alcune scarpe storiche. "Si è preso cura dell’ars anatomica come nessuno – afferma Davide Rampello – e penso che Salvatore Ferragamo sia stato uno dei padri del design italiano. Brividi davanti alle foto struggenti delle dive e delle regine e principesse che ha calzato, da Audrey Hepburn a Wally Simpson, da Sophia Loren a Evita Peron, da Grace Kelly a Lauren Bacall, con una indimenticabile Greta Garbo.