Sabina Ciuffini "Copiai da Enzo Biagi il numero di Agnelli E intervistai l’Avvocato"

Il debutto (da minorenne) in Rai come valletta di Bongiorno nei superquiz "Mike preferì me alla sorella di Ornella Muti che era più ‘formosa’. Incontrai Andreotti dopo la caduta del Muro e mi disse: sarà una catastrofe"

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di Piero Degli Antoni

Sabina Ciuffini, lei sta per diventare nonna...

"Entro una settimana mi deve arrivare una nipotina, ed entro un mese un ‘altra".

Per noi però resterà sempre la minorenne con la minigonna di Rischiatutto. La sua fu la prima ad apparire in tv.

"Avevo un padre molto tradizionalista, che diceva: “Non potete uscire la sera se non al sabato e fino alle 23.30...“, e certe volte dovevo scappare dal cinema prima che fosse finito il film... Però lavorava a Londra ed era molto moderno. Dall’Inghilterra ci portò due maxi-cappotti e due mini-abitini, che io indossavo con gli stivali sopra il ginocchio senza sapere che era una tenuta sado-maso... Mio padre diceva anche: “Finché andate a scuola non potete fare nulla“".

E Mike la incontrò proprio fuori da scuola...

"A quei tempi nessuno voleva fare la tv, la consideravano troppo volgare. Mike non riusciva a fare i casting e così si mise a girare per cinque o sei scuole di Roma... Alla fine rimanemmo in sei. La Rai scelse Claudia Rivelli, sorella di Ornella Muti, che era bellissima, ma un po’ formosa. Mike invece aveva in mente una ragazza filiforme, sul modello di Twiggy. Quando la sorella di Ornella Muti rifiutò, Mike disse: “Voglio questa che sorride“".

Rischiatutto non partì benissimo...

"Alla prima puntata fu sbagliato l’inno di Mameli. Giovanni Salvi, dirigente della Rai, si precipitò in studio e prese a male parole Mike. Fu cambiato l’autore e scelsero Paolo Limiti. Quindi arrivarono i grandi campioni".

Per esempio Massimo Inardi...

"A un certo punto si vociferò che fosse in grado di leggere nel pensiero. Così, per una puntata, fui io a porgli le domande, perché evidentemente ritenevano che non fossi in grado di pensare...".

Lei c’era. Adesso può dirlo: alla signora Longari Mike disse davvero "Lei mi cade sull’uccello", o è solo una leggenda metropolitana?

"Io quella frase la ricordo, ma forse me la sono sognata... Non avevo neanche capito la battuta. Ma sono passati 40 anni e può darsi che la memoria sia sbiadita...".

Mike ricordava spesso che i dirigenti Rai lo tenevano sulla corda.

"Il contratto di Rischiatutto era per soli tre mesi, non ci credeva nessuno. Anche in seguito, bastava che facessimo dieci spettatori in meno che la dirigenza Rai ci contestava".

Per questo Mike accettò subito la proposta di Berlusconi di passare a Telemilano.

"Lo accompagnai io all’incontro...".

Fu quella volta in cui Berlusconi scommise con Mike che sarebbe riuscito a sedurla?

"Questa è davvero una panzana. Non so chi l’abbia messa in giro. Io lavorai a TeleMilano per un anno con un trasmissione che si intitolava – dio li perdoni – Di tutto un po’ per le signore. Alla fine dell’anno Mike mi prese da parte e mi disse. “Sabina, è meglio se torni a casa“".

Che cosa intendeva?

"L’ho capito in seguito, con tutto quello che è venuto fuori. Io ho raccolto gli sfoghi di Mike molto tempo dopo, era deluso dai contenuti delle trasmissioni che gli facevano fare, perché Mike era molto più intelligente e colto di come veniva dipinto. Lui, che veniva dalla scuola Rai, seria e pudica, non si trovava a suo agio in quell’ambiente così libero, diciamo. Non riusciva a capacitarsi. Eppure allo stesso tempo era molto moderno,molto americano. Un giorno arrivò da New York e mi disse: “Là esistono gli hot pants!“ Me li confezionò mia nonna perché qui non esistevano, e lui me li fece mettere in trasmissione".”

Successivamente ha avuto una carriera di intervistatrice di grandi personaggi, per esempio Gianni Agnelli.

"A quei tempi facevo anche lavori commerciali, e mi occupavo di un famoso ristorante di Milano. Lì incontrai Enzo Biagi, al quale chiesi aiuto per contattare questi personaggi. A metà pranzo disse: “Devo lavarmi le mani“, andò in bagno e lasciò sul tavolo l’agenda. Io non realizzai subito, ma poi presi carta e penna e copiai alcuni numeri: Andreotti, Fellini, appunto Agnelli. Chiamai quello di Agnelli, rispose il maggiordomo personale che non me lo passò. Il giorno seguente, alle sei meno un quarto della mattina, squillò il telefono: era l’Avvocato. La prima cosa che disse fu: “Allora signorina, mi parli di Mike“. Mi diede appuntamento negli spogliatoi della Juventus, ma venni bloccata da Luca di Montezemolo che voleva gestire la comunicazione. In seguito però incontrai per caso Montezemolo in piazza Navona mentre ero in compagnia della mia amica Marina Coffa, una ragazza bellissima di cui lui era innamorato. Così riuscii a intervistare Agnelli...".

L’incontro con Andreotti come andò?

"Era caduto il muro di Berlino, si andava verso un’Europa unita. Lui mi disse: “Vedrà, sarà una catastrofe”".

Aveva 24 anni quando posò per Playboy.

"Fu un pacco assurdo che mi tirò Paolo Mosca, allora direttore. Pascottini, che era un grande fotografo, mi propose di fare un servizio per Tempo Illustrato. Invece si era messo d’accordo con Paolo Mosca per pubblicarle su Playboy. Mi scattò un sacco di foto e ne scelsero 5, le più brutte, in cui si intravedeva una mutandina bianca sotto un vestito bianco. Niente di più. Mike mi consolò: “Non è grave“, disse".

Lei ha detto: "Ho rispetto per tutte le donne che hanno trovato la via del potere, anche verso chi ci è riuscita infilandosi nel letto di qualcuno". Conferma?

"Mi avevano chiesto un intervento critico nei confronti delle Veline, che sono ragazze normalissime che fanno un lavoro. Non mi sento di giudicare male chi non ha scelto di fare l’eroina. Conosco qualcuna che è riuscita ad arrivare scartando la strada del duro lavoro, della professionalità e della fortuna, preferendo mezzi equivoci. Ma non le giudico".

Anche dopo il #MeToo la situazione è rimasta uguale?

"Direi che è peggiorata".

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