Lunedì 23 Giugno 2025
ANTONIO MANCINELLI
Magazine

Rosso Valentino. Il culto della bellezza: "Un dono per Roma"

Il nuovo spazio PM23 della Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti. L’inaugurazione con una mostra che esplora il colore preferito dello stilista.

Il nuovo spazio PM23 della Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti. L’inaugurazione con una mostra che esplora il colore preferito dello stilista.

Il nuovo spazio PM23 della Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti. L’inaugurazione con una mostra che esplora il colore preferito dello stilista.

"I love beauty. It’s not my fault". "Amo la bellezza, non è colpa mia", afferma Valentino Garavani in una scena del documentario biografico L’ultimo imperatore del 2008, con la regia di Matt Tyrnauer. Oggi, quella frase accoglie i visitatori all’ingresso di PM23, il nuovo spazio culturale della Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, inaugurato ieri a Roma, in Piazza Mignanelli 23, accanto alla storica sede della Maison, che nell’Ottocento accolse la scuola e la tipografia di Propaganda Fide. PM23, progettato da Nemesi Architects, nasce come un luogo di incontro tra arte, moda e cultura, ospitando mostre, eventi e iniziative educative. La sua apertura segna un nuovo capitolo per la Fondazione, fondata nel 2016 con l’obiettivo di promuovere la bellezza in tutte le sue forme.

La mostra inaugurale, Orizzonti | Rosso, curata da Pamela Golbin (già curatrice del Musée des Arts Décoratifs a Parigi) per la scelta degli abiti e da Anna Coliva (che è stata al timone della Galleria Borghese) per la scelta delle opere, esplora il rosso come categoria platonica, simbolo di passione, potere e bellezza.

Visibile fino al 10 giugno (ma verrà prorogata), attraverso cinque sezioni tematiche – Red: In the Orbit of Beauty, The Surface of Red, Red and Identity, Emotional Landscapes e Oniric Horizons – l’esposizione mette in dialogo cinquanta creazioni leggendarie di Valentino con trenta opere di artisti contemporanei come Jeff Koons, Gerhard Richter, Helen Frankenthaler, Picasso, Rothko e Basquiat, Louise Bourgeois. Il rosso, colore distintivo della Maison, è qui interpretato non solo come scelta estetica, ma come espressione di un’identità profonda.

Valentino stesso racconta di aver scoperto il potere del rosso durante un viaggio a Barcellona, dove rimase affascinato dalle donne vestite di rosso a teatro. Da allora, il “rosso Valentino” è un emblema di eleganza e audacia, "poiché negli anni Cinquanta – il primo abito da sera rosso lacca, Fiesta, è del ’59 ed è perfetto anche ora– non era un tono considerato adatto per le signore eleganti: veniva appena tollerato il rosa", dice Pamela Golbin.

PM23 non è solo uno spazio espositivo, ma un laboratorio di idee, un luogo dove la bellezza si traduce in azione concreta. Attraverso programmi educativi e iniziative filantropiche, la Fondazione si impegna a sostenere le nuove generazioni di creativi, offrendo loro strumenti e opportunità per esprimere il proprio talento. Ci sono gli abiti appartenuti a Jackie Kennedy, Elizabeth Taylor, Julia Roberts, Nancy Reagan.

Come conclude Giammetti, perfetto in abito cacao, "questa Fondazione è un regalo a Roma, da cui non vogliamo più separarci". Colore sfacciatamente intenso, il rosso da sempre oscilla tra sacro e profano, tra eros e thanatos, incarnando la più potente dualità dell’umano sentire. Artisti come Picasso ne hanno fatto il simbolo pulsante della vita e della morte, della passione e della disperazione; Rothko lo ha elevato a pura spiritualità cromatica, dialogo viscerale tra spettatore e tela.

I manichini, che sono ispirati a Natalia Vodianova, modella-feticcio della maison, che ha indossato l’ultimo abito del couturier di Voghera, del 2008, permettono ai visitatori di esplorare il lavoro svolto da Garavani su parti specifiche del corpo, come collo, spalle, braccia o schiena, reinventando le scollature in varianti sempre diverse. In tempi in cui il mondo spesso dimentica il valore dell’incanto, la Fondazione ci rammenta che non c’è nulla di frivolo nell’amare ciò che è bello.

Perché, in definitiva, se "la bellezza crea bellezza", come assicura lo stilista, amare il rosso non è solo innocente: rappresenta una forza che non chiede permesso, ma semplicemente esiste. Potente e inarrestabile.