Rosso e profumato Il vitigno del Ciliegiolo torna nell’Olimpo

Rosso e profumato  Il vitigno del Ciliegiolo  torna nell’Olimpo
Rosso e profumato Il vitigno del Ciliegiolo torna nell’Olimpo

A differenza del passato, quando veniva utilizzato per il consumo diretto o le uve venivano vinificate in assemblaggio con altre varietà, in particolare il Sangiovese, il Ciliegiolo conosce oggi una nuova giovinezza che lo vede impiegato in purezza per produrre vini di grande interesse Doc e Igt. Il cuore della produzione del pregiato Ciliegiolo è in Maremma (60% della produzione regionale di 523 ettari). Seguono nell’ordine Umbria, Lazio e ed Emilia Romagna, con circa cento ettari ciascuno. La prima citazione del vitigno risale al 1590: dal colore rosso rubino con leggeri riflessi violacei, sapore e profumo caratteristici che ricordano la frutta matura, il Ciliegiolo deve il suo nome al colore degli acini e agli aromi del vino che richiamano in modo esplicito la ciliegia.

La riscoperta e il rilancio è merito dell’enologo Attilio Pagli, dell’Associazione produttori di Ciliegiolo e Ciliegiolo Academy, dei produttori fondatori Leonardo Bussoiletti, Antonio Camillo e Edoardo Ventimiglia. Queste due sigle, assieme alla Fisa e al Consorzio Tutela Vini Maremma guidato da Francesco Mazzei, hanno dato vita all’evento ’Ciliegiolo di Maremma e di Italia’ che ha visto riuniti alla Fortezza Orsini di Sorano, 48 aziende con i loro 69 Ciliegiolo in purezza e oltre trecento selezionati operatori. Lo stesso Mazzei, erede di una storica famiglia di produttori di vino, ha annunciato che il Consorzio sta già lavorando alla prossima edizione di Sorano "per tenere accese le luci su questo vitigno che porta sul mercato etichette interessanti da zone d’Italia molto diverse fra loro".

Renzo Vatti